Biocarburante Marziano
Marilisa Pischedda • 29 ottobre 2021

Nel paradigma ๐๐ฆ๐ฅ๐จ (In Situ Resource Utilization), che prevede l'utilizzo delle risorse in loco di corpi celesti, si fa largo anche l'ipotesi del BIO-ISRU, basato quindi su ๐๐๐ค๐ฉ๐๐๐ฃ๐ค๐ก๐ค๐๐๐.
๐ฃ A studiare e proporre la tecnologia è il ๐๐ฒ๐ผ๐ฟ๐ด๐ถ๐ฎ ๐๐ป๐๐๐ถ๐๐๐๐ฒ ๐ผ๐ณ ๐ง๐ฒ๐ฐ๐ต๐ป๐ผ๐น๐ผ๐ด๐ con un processo che richiede ๐ฎ๐ป๐ถ๐ฑ๐ฟ๐ถ๐ฑ๐ฒ ๐ฐ๐ฎ๐ฟ๐ฏ๐ผ๐ป๐ถ๐ฐ๐ฎ, ๐น๐๐ฐ๐ฒ ๐๐ผ๐น๐ฎ๐ฟ๐ฒ, ๐ฎ๐ฐ๐พ๐๐ฎ ๐ด๐ต๐ถ๐ฎ๐ฐ๐ฐ๐ถ๐ฎ๐๐ฎ ๐ฒ ๐ฑ๐๐ฒ ๐บ๐ถ๐ฐ๐ฟ๐ผ๐ฏ๐ถ.
๐๐ป La proposta della ๐ก๐๐ฆ๐ per le ๐บ๐ถ๐๐๐ถ๐ผ๐ป๐ถ ๐บ๐ฎ๐ฟ๐๐ถ๐ฎ๐ป๐ฒ ๐ฐ๐ผ๐ป ๐ฒ๐พ๐๐ถ๐ฝ๐ฎ๐ด๐ด๐ถ๐ผ attualmente prevede il ๐ฉ๐ง๐๐จ๐ฅ๐ค๐ง๐ฉ๐ค ๐๐๐ก ๐ฃ๐ค๐จ๐ฉ๐ง๐ค ๐ฅ๐๐๐ฃ๐๐ฉ๐ ๐๐ ๐ฏ๐ฌ ๐ฉ๐ค๐ฃ๐ฃ๐๐ก๐ก๐๐ฉ๐ ๐๐ ๐ข๐๐ฉ๐๐ฃ๐ค ๐ ๐๐ ๐ค๐จ๐จ๐๐๐๐ฃ๐ค ๐ก๐๐ฆ๐ช๐๐๐ค, necessari ai razzi in partenza dalla Terra verso Marte e viceversa, con un costo di circa 8 miliardi di dollari.
๐ Il processo di produzione proposto dal ๐๐ฒ๐ผ๐ฟ๐ด๐ถ๐ฎ ๐๐ป๐๐๐ถ๐๐๐๐ฒ ๐ผ๐ณ ๐ง๐ฒ๐ฐ๐ต๐ป๐ผ๐น๐ผ๐ด๐ sarebbe in grado di estrarre sia il carburante che l’ossigeno liquido dalla Coโ direttamente su Marte, ๐ฟ๐ถ๐ฑ๐๐ฐ๐ฒ๐ป๐ฑ๐ผ ๐ป๐ผ๐๐ฒ๐๐ผ๐น๐บ๐ฒ๐ป๐๐ฒ ๐ถ ๐ฐ๐ผ๐๐๐ถ ๐ฑ๐ฒ๐น๐น๐ฎ ๐บ๐ถ๐๐๐ถ๐ผ๐ป๐ฒ.
La Coโ è una delle uniche risorse disponibili su Marte, da cui si può partire per la conversione e conseguente creazione del carburante. Per produrre il propellente sono necessari anche due microbi: i ๐ฐ๐ถ๐ฎ๐ป๐ผ๐ฏ๐ฎ๐๐๐ฒ๐ฟ๐ถ e l'๐๐๐ฐ๐ต๐ฒ๐ฟ๐ถ๐ฐ๐ต๐ถ๐ฎ ๐ฐ๐ผ๐น๐ถ.
โTuttavia per essere operativo su Marte, il processo richiede il ๐๐ฟ๐ฎ๐๐ฝ๐ผ๐ฟ๐๐ผ ๐ฑ๐ถ ๐ณ๐ผ๐๐ผ๐ฏ๐ถ๐ผ๐ฟ๐ฒ๐ฎ๐๐๐ผ๐ฟ๐ถ che, una volta assemblati sul pianeta rosso, occuperebbero lo spazio di quattro campi da calcio.
โจ Grazie alla fotosintesi clorofilliana, i cianobatteri dunque crescerebbero nei reattori sfruttando proprio l’anidride carbonica (Coโ). Mentre in un reattore separato, gli enzimi abbatterebbero i cianobatteri in zuccheri alimentati dall’Escherichia coli per produrre il propellente per razzi.
๐ Il team del centro di ricerca è attualmente concentrato nell'affrontare diverse criticità che dovranno essere ancora risolte, tra cui la dimostrazione che i cianobatteri possono essere coltivati in condizioni marziane.
Credits: #ASI
#aerospace #isru #mars
Condividi

I cicli solari sono un fenomeno naturale che descrive le variazioni dell’attività del Sole nel tempo, influenzando non solo il nostro sistema solare, ma anche il clima terrestre e le tecnologie che utilizziamo quotidianamente. I cicli solari sono periodi di attività solare caratterizzati da variazioni nel numero di macchie solari e nelle emissioni di radiazione . Questi cicli seguono un andamento che si ripete approssimativamente ogni 11 anni, anche se la durata può variare. Sono prodotti da dinamiche interne al Sole, in particolare dai movimenti del plasma e dai campi magnetici. Le fasi del ciclo solare Un ciclo solare passa attraverso diverse fasi: 1. Minimo Solare : Durante questa fase, il numero di macchie solari è ridotto. L' attività solare è al suo livello più basso e si possono osservare meno esplosioni di energia e di radiazione.

Nell'immaginario collettivo, un aereo pronto al decollo deve essere perfettamente integro e funzionante in ogni sua parte. Tuttavia, la realtà operativa dell'aviazione civile è più flessibile, grazie a strumenti normativi come la Minimum Equipment List (MEL) e la Configuration Deviation List (CDL) . Questi documenti permettono, in determinate condizioni, di operare voli anche quando alcuni componenti non sono funzionanti o risultano mancanti, garantendo comunque la sicurezza del volo.

La NASA si prepara a inviare una coppia di sonde verso Marte con una missione chiamata ESCAPADE (Escape and Plasma Acceleration and Dynamics Explorers). L’obiettivo è di studiare come l’ atmosfera del Pianeta Rosso sia stata progressivamente dispersa nello spazio, fornendo indizi cruciali sulla trasformazione di Marte da mondo potenzialmente abitabile a pianeta arido. La missione ESCAPADE utilizzerà due sonde identiche sviluppate da Rocket Lab , soprannominate Blue e Gold , che orbiteranno attorno a Marte in formazione; raccoglieranno dati in simultanea ma da diversi punti della magnetosfera marziana.

Negli ultimi anni, la gamification — l'applicazione di meccaniche di gioco in contesti non ludici, come l'istruzione — sta guadagnando sempre più terreno nel mondo della didattica, in particolare nell'insegnamento delle discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica). In un'epoca in cui l'attenzione degli studenti è spesso frammentata e la competizione con le distrazioni digitali è serrata, introdurre dinamiche di gioco nei percorsi educativi rappresenta una strategia efficace per coinvolgere, motivare e far apprendere in modo più profondo. ๏ปฟ Quando il gioco diventa un motore per la curiosità scientifica Elementi come sfide, livelli da superare, premi virtuali, classifiche e badge non sono semplici decorazioni, ma strumenti potenti per rendere l'apprendimento più attivo e partecipativo. La matematica, la scienza, la programmazione e l’ingegneria, materie che spesso risultano astratte o complesse, diventano più accessibili e stimolanti quando proposte sotto forma di gioco. Questo approccio consente agli studenti di apprendere in modo naturale e intuitivo, attraverso l'esperienza diretta, la sperimentazione e il problem solving .

Il 29 aprile , United Launch Alliance (ULA) lancerà in orbita il primo gruppo di satelliti della costellazione satellitare del Project Kuiper di Amazon . La missione è denominata “KA-01” (Kuiper Atlas 1) e verrà lanciata con un razzo Atlas V nella configurazione 511 dal complesso di lancio SLC-41 della storica base di Cape Canaveral Space Force Station in Florida.

L'Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha pubblicato il "Zero Debris Technical Booklet" il 15 gennaio 2025, un documento fondamentale che delinea le tecnologie necessarie per raggiungere l' obiettivo di Zero Debris entro il 2030 . Questo è il risultato di una collaborazione tra ingegneri, operatori, giuristi, scienziati ed esperti di politica, tutti membri della comunità Zero Debris, composta dai firmatari della Zero Debris Charter. (European Space Agency, 2024)

Il telescopio spaziale James Webb (NASA/ESA/CSA) ha catturato un'immagine straordinaria del disco protoplanetario HH 30 , situato nella nube molecolare del Toro, all'interno della nube oscura LDN 1551. Questo disco, osservato di taglio, è circondato da getti e venti discali, offrendo una visione senza precedenti dei processi di formazione planetaria.

Isar Aerospace inaugura la collaborazione con il programma spaziale privato europeo con la missione “Going Full Spectrum” . Il 30 marzo 2025, il razzo Spectrum prende per la prima volta il volo dallo spazioporto norvegese di Andøya. Dopo due rinvii dalla settimana precedente per condizioni meteo avverse, il decollo è avvenuto alle 12.30 ora locale.

L’esplorazione spaziale si evolve e richiede lo sviluppo di nuove tecnologie per poter essere supportata. I sistemi robotici inglobano nuove tecnologie consolidate sulla Terra, adattandole e perfezionandole all’impiego nello spazio, ma spesso è la necessità di trovare soluzioni a situazioni e problematiche tipiche dell’ambiente spaziale, a far sì che vengano sviluppate nuove tecnologie, che poi trovano impiego anche nelle applicazioni terrestri. Considerazione che non esula l’ esplorazione spaziale umana , con requisiti ancora più stringenti, da rivalutare in base all’ambiente in cui ci si trova ad operare. Vuoto, microgravità, tipologia di orbita, pianeta o corpo celeste, radiazioni e temperatura sono solo alcuni dei parametri che dettano fortemente le condizioni al contorno di una missione. Ad oggi pensiamo agli astronauti come a quella piccola parte di umanità che dal 2000 vive continuativamente al di fuori del nostro pianeta, se pur con alternanza di equipaggio a circa 400 km di quota dalla superficie terrestre. Eppure, quella condizione di microgravità che si sperimenta a bordo della ISS, non sarà perpetua e gli scenari futuri si stanno già delineando. I programmi di esplorazione spaziale parlano chiaro: andremo oltre l’orbita terrestre , sulla Luna, per testare e validare quelle tecnologie che ci consentiranno di spingerci oltre, anche verso il pianeta rosso. Ci spostiamo dunque dall’orbita terrestre a quella lunare, e da qui alla sua superficie, passo che comporterà lo stabilirsi di un insediamento in condizioni differenti da quelli sperimentati attualmente dagli astronauti.