Aerospazio: preziosa risorsa antincendio
Marilisa Pischedda • 28 luglio 2021

Ogni anno si verificano circa 65.000 incendi in Europa, l'85 per cento dei quali avviene nell'area del Mediterraneo.
🔥 L’acquisizione di immagini satellitari in momenti diversi consente di monitorare i cambiamenti del territorio e, nel caso specifico, di individuare come il rischio di incendio cambi nel tempo.
🛰 È il caso del sistema satellitare MSG
(Meteosat Second Generation), programma frutto della cooperazione fra l'ESA
(Agenzia Spaziale Europea) e EUMETSAT
(European Organisation for the Exploitation of Meteorological Satellites), un sistema di satelliti geostazionari dotati del sensore SEVIRI, in grado di rilevare la radiazione riflessa ed emessa dalla Terra in 12 bande spettrali, dal visibile all’infrarosso, con una risoluzione temporale di 15 minuti.
I dati rilevati da MSG vengono ricevuti nella sede principale dell’EUMETSAT, qui preprocessati (calibrazione e georeferenziazione) e poi inviati a dei satelliti radiotelevisivi che li ridistribuiscono a tutti gli utenti abilitati nel mondo.
🌍 Oltre ad informazioni utili ai fini delle previsioni meteo, le immagini rilevate dai satelliti meteorologici permettono di ricavare anche altre informazioni, quali la temperatura del mare, la neve al suolo, l'altezza e la temperatura delle nubi, nonché la presenza di incendi. Un limite è dato dalla naturale e variabile copertura nuvolosa che impedisce di osservare al di sotto di essa e dare adito a falsi allarmi nel rilevamento degli incendi.
❗ I dati metereologici rilevati risultano tanto più utili quanto più vengono combinati con quelli rilevati al suolo e nella libera atmosfera, con le misure radarmeteorologiche, nonché con le elaborazioni dei modelli di previsione.
🛰 Un’altra tipologia di satelliti che concorre in materia di monitoraggio e prevenzione antincendio è PRISMA
(PRecursore IperSpettrale della Missione Applicativa): il primo sistema di osservazione della Terra europeo dotato di una suite di strumenti all'avanguardia per l'Earth Observation.
Il satellite Prisma, infatti, grazie ad un innovativo strumento iperspettrale a bordo, è in grado di effettuare da 615 km di altezza un'analisi chimico-fisica dell'area sotto osservazione, restituendo informazioni sullo stato di salute della vegetazione e permettendo di generare un modello di propagazione degli incendi.
❗ L’osservazione satellitare non è sufficiente, da sola, ad affrontare e risolvere il grosso problema degli incendi che si verificano in tutta Europa, ma certamente fornisce un valido supporto in materia di prevenzione e di tempestività di intervento.
Un sistema efficiente richiede un lavoro di sistema ben articolato anche a terra, non solo in termini di capacità di intervento, ma anche e soprattutto di prevenzione.
Credits: #ASI #ESA #EUMETSAT
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I cicli solari sono un fenomeno naturale che descrive le variazioni dell’attività del Sole nel tempo, influenzando non solo il nostro sistema solare, ma anche il clima terrestre e le tecnologie che utilizziamo quotidianamente. I cicli solari sono periodi di attività solare caratterizzati da variazioni nel numero di macchie solari e nelle emissioni di radiazione . Questi cicli seguono un andamento che si ripete approssimativamente ogni 11 anni, anche se la durata può variare. Sono prodotti da dinamiche interne al Sole, in particolare dai movimenti del plasma e dai campi magnetici. Le fasi del ciclo solare Un ciclo solare passa attraverso diverse fasi: 1. Minimo Solare : Durante questa fase, il numero di macchie solari è ridotto. L' attività solare è al suo livello più basso e si possono osservare meno esplosioni di energia e di radiazione.

Nell'immaginario collettivo, un aereo pronto al decollo deve essere perfettamente integro e funzionante in ogni sua parte. Tuttavia, la realtà operativa dell'aviazione civile è più flessibile, grazie a strumenti normativi come la Minimum Equipment List (MEL) e la Configuration Deviation List (CDL) . Questi documenti permettono, in determinate condizioni, di operare voli anche quando alcuni componenti non sono funzionanti o risultano mancanti, garantendo comunque la sicurezza del volo.

La NASA si prepara a inviare una coppia di sonde verso Marte con una missione chiamata ESCAPADE (Escape and Plasma Acceleration and Dynamics Explorers). L’obiettivo è di studiare come l’ atmosfera del Pianeta Rosso sia stata progressivamente dispersa nello spazio, fornendo indizi cruciali sulla trasformazione di Marte da mondo potenzialmente abitabile a pianeta arido. La missione ESCAPADE utilizzerà due sonde identiche sviluppate da Rocket Lab , soprannominate Blue e Gold , che orbiteranno attorno a Marte in formazione; raccoglieranno dati in simultanea ma da diversi punti della magnetosfera marziana.

Negli ultimi anni, la gamification — l'applicazione di meccaniche di gioco in contesti non ludici, come l'istruzione — sta guadagnando sempre più terreno nel mondo della didattica, in particolare nell'insegnamento delle discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica). In un'epoca in cui l'attenzione degli studenti è spesso frammentata e la competizione con le distrazioni digitali è serrata, introdurre dinamiche di gioco nei percorsi educativi rappresenta una strategia efficace per coinvolgere, motivare e far apprendere in modo più profondo. Quando il gioco diventa un motore per la curiosità scientifica Elementi come sfide, livelli da superare, premi virtuali, classifiche e badge non sono semplici decorazioni, ma strumenti potenti per rendere l'apprendimento più attivo e partecipativo. La matematica, la scienza, la programmazione e l’ingegneria, materie che spesso risultano astratte o complesse, diventano più accessibili e stimolanti quando proposte sotto forma di gioco. Questo approccio consente agli studenti di apprendere in modo naturale e intuitivo, attraverso l'esperienza diretta, la sperimentazione e il problem solving .

Il 29 aprile , United Launch Alliance (ULA) lancerà in orbita il primo gruppo di satelliti della costellazione satellitare del Project Kuiper di Amazon . La missione è denominata “KA-01” (Kuiper Atlas 1) e verrà lanciata con un razzo Atlas V nella configurazione 511 dal complesso di lancio SLC-41 della storica base di Cape Canaveral Space Force Station in Florida.

L'Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha pubblicato il "Zero Debris Technical Booklet" il 15 gennaio 2025, un documento fondamentale che delinea le tecnologie necessarie per raggiungere l' obiettivo di Zero Debris entro il 2030 . Questo è il risultato di una collaborazione tra ingegneri, operatori, giuristi, scienziati ed esperti di politica, tutti membri della comunità Zero Debris, composta dai firmatari della Zero Debris Charter. (European Space Agency, 2024)

Il telescopio spaziale James Webb (NASA/ESA/CSA) ha catturato un'immagine straordinaria del disco protoplanetario HH 30 , situato nella nube molecolare del Toro, all'interno della nube oscura LDN 1551. Questo disco, osservato di taglio, è circondato da getti e venti discali, offrendo una visione senza precedenti dei processi di formazione planetaria.

Isar Aerospace inaugura la collaborazione con il programma spaziale privato europeo con la missione “Going Full Spectrum” . Il 30 marzo 2025, il razzo Spectrum prende per la prima volta il volo dallo spazioporto norvegese di Andøya. Dopo due rinvii dalla settimana precedente per condizioni meteo avverse, il decollo è avvenuto alle 12.30 ora locale.

L’esplorazione spaziale si evolve e richiede lo sviluppo di nuove tecnologie per poter essere supportata. I sistemi robotici inglobano nuove tecnologie consolidate sulla Terra, adattandole e perfezionandole all’impiego nello spazio, ma spesso è la necessità di trovare soluzioni a situazioni e problematiche tipiche dell’ambiente spaziale, a far sì che vengano sviluppate nuove tecnologie, che poi trovano impiego anche nelle applicazioni terrestri. Considerazione che non esula l’ esplorazione spaziale umana , con requisiti ancora più stringenti, da rivalutare in base all’ambiente in cui ci si trova ad operare. Vuoto, microgravità, tipologia di orbita, pianeta o corpo celeste, radiazioni e temperatura sono solo alcuni dei parametri che dettano fortemente le condizioni al contorno di una missione. Ad oggi pensiamo agli astronauti come a quella piccola parte di umanità che dal 2000 vive continuativamente al di fuori del nostro pianeta, se pur con alternanza di equipaggio a circa 400 km di quota dalla superficie terrestre. Eppure, quella condizione di microgravità che si sperimenta a bordo della ISS, non sarà perpetua e gli scenari futuri si stanno già delineando. I programmi di esplorazione spaziale parlano chiaro: andremo oltre l’orbita terrestre , sulla Luna, per testare e validare quelle tecnologie che ci consentiranno di spingerci oltre, anche verso il pianeta rosso. Ci spostiamo dunque dall’orbita terrestre a quella lunare, e da qui alla sua superficie, passo che comporterà lo stabilirsi di un insediamento in condizioni differenti da quelli sperimentati attualmente dagli astronauti.