Voyager 1 torna a comunciare con la Terra

Liliana Balotti • 7 novembre 2024

Nel lontano 5 Settembre 1977 da Cape Canaveral, Florida, negli Stati Uniti d’America, veniva lanciata la sonda spaziale Voyager 1. Assieme alla sonda gemella Voyager 2 facevano parte del Programma Voyager statunitense il cui obiettivo era quello di sorvolare i due giganti gassosi del nostro sistema solare, Giove e Saturno, e in particolare fotografarne i rispettivi satelliti e studiarne i campi magnetici e gli anelli. 


La sonda
Voyager 2 fu lanciata il 20 Agosto 1977, pochi giorni prima della Voyager 1. Questo perché solamente ogni 175 anni le posizioni dei giganti gassosi del Sistema Solare, Giove, Saturno, Urano e Nettuno, si trovano in una configurazione favorevole affinché utilizzando la tecnica della fionda gravitazionale si possono accelerare le sonde più di quanto sia possibile col solo utilizzo del carburante, riducendone di molto la quantità necessaria a bordo.


Più ambizioso lo scopo della missione Voyager 2 il quale era raggiungere i giganti ghiacciati, Urano e Nettuno, utilizzando la spinta dell’effetto di fionda gravitazionale di Giove e Saturno. Nonostante fosse stata lanciata poco prima, raggiunse i due giganti gassosi dopo molti mesi rispetto a Voyager 1, poiché sfruttò una diversa traiettoria che la potesse in seguito portare verso Urano e Nettuno, i quali vennero raggiunti rispettivamente 6 e 7 anni dopo l’incontro con Saturno.

Dopo due anni di viaggio, nel Gennaio del 1979 la sonda Voyager 1 iniziò a fotografare il pianeta Giove scattando delle immagini ogni 1
0 ore alle stessa ora locale gioviana per 28 giorni, con in primo piano sempre la macchia rossa e il 5 Marzo 1979 raggiunse la massima vicinanza al gigante gassoso.

Le due sonde sfruttano il decadimento radioattivo del plutonio-238 il quale alimenta dei generatori termoelettrici a radio-isotopi per fornire energia elettrica. Ovviamente, man mano che il plutonio decade, l’energia che viene prodotta è sempre meno e gli ingegneri di missione sono costretti a spegnere sempre più strumenti per preservarne le funzioni di base. 


Nel 1980 dopo avere sorvolato con successo Saturno la
missione di Voyager 1 fu estesa con lo scopo di di raccogliere dati sulle regioni esterne del nostro sistema solare. Nell’Agosto del 2012 la Voyager 1 ha oltrepassato il confine presso il quale in vento solare emesso dal nostro Sole è fermato dal mezzo interstellare, ovvero l’eliopausa. 

Il 12 Settembre 2013, utilizzando i dati dei pochi strumenti scientifici attivi a bordo, la NASA è stata in grado di confermare l'arrivo nello spazio interstellare della Voyager 1.


Ad
oggi la sonda si trova a 24 miliardi di chilometri di distanza dalla Terra e servono circa 23 ore per l’invio di un comando e altrettante per ricevere una risposta. Il 16 ottobre 2024 il Deep Space Network (DSN) della NASA ha inviato un comando a Voyager 1 per accendere uno dei suoi riscaldatori ma il 18 Ottobre il team di missione si è accorto che la sonda non ha risposto ed eseguito il comando. 


Dopo attente analisi è stato scoperto che
la sonda aveva spento il suo trasmettitore radio principale ed era passata al trasmettitore secondario di backup il quale consuma meno energia e non veniva utilizzato dal 1981. 


Il cambio di trasmettitore utilizzato è stato effettuato autonomamente dalla sonda la quale è dotata di un sistema di protezione che risponde in modo automatico ai problemi di bordo. Il problema riguardava i propulsori che vengono utilizzati per mantenere l’antenna della sonda puntata verso la Terra per le comunicazioni, all’interno dei quali era presente un’ostruzione che ne riduceva notevolmente l’efficienza per cui la spinta necessaria non era sufficiente. 


Questo trasmettitore, nonostante non fosse più stato utilizzato dal 1981, ha consentito di mantenere il contatto dopo un’iniziale momento di silenzio. Inizialmente, vista l’età della Voyager 1, si era pensato ad un malfunzionamento che fosse irreversibile e invece
la ricezione del segnale ha riacceso le speranze per il futuro della sonda.


Per il team di missione
la priorità al momento è quella di assicurare che Voyager 1 rimanga operativa oltre il 2025 ed ovviamente per raggiungere questo obiettivo sarà essenziale spegnere temporaneamente tutti i sistemi non critici per poter preservare l’energia necessaria ai dispostivi che sono invece fondamentali. 


La raccolta di dati sulle condizioni dell’ambiente interstellare sono estremamente preziose per la comprensione del nostro Universo e per questo le future decisioni che verranno assunte sull’operatività di Voyager 1 saranno cruciali per il futuro della missione.


Condividi

Verità sulle scie chimiche: la scienza ci aiuta a distinguere la realtà dal mito
Autore: Gabriele Dessena 12 giugno 2025
Negli ultimi anni, si sono moltiplicate le voci su presunti complotti legati alle scie lasciate dagli aerei in alta quota . Molti chiamano queste tracce scie chimiche (chemtrails in inglese), ipotizzando che contengano sostanze misteriose o pericolose disperse intenzionalmente. In realtà, dietro a queste linee bianche che solcano il cielo si cela una spiegazione molto più semplice e, soprattutto, scientificamente fondata .
Con l’aumento della congestione orbitale, l’evitamento delle collisioni diventa sempre più complesso
Autore: Giovanni Garofalo 4 giugno 2025
L'Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha pubblicato il "Zero Debris Technical Booklet" il 15 gennaio 2025, un documento fondamentale che delinea le tecnologie necessarie per raggiungere l'obiettivo di Zero Debris entro il 2030. Questo è il risultato di una collaborazione tra ingegneri, operatori, giuristi, scienziati ed esperti di politica, tutti membri della comunità Zero Debris, composta dai firmatari della Zero Debris Charter. (European Space Agency, 2024)
Sfide e record delle sonde di esplorazione spaziali Voyager1 e Voyager 2
Autore: Simone Semeraro 28 maggio 2025
Nessun altro oggetto artificiale ha mai raggiunto la distanza che la sonda Voyager 1 ha percorso dal suo lancio. Quasi 25 miliardi di chilometri percorsi in 48 anni di viaggio . Ad oggi, Voyager 1 e la sua gemella, Voyager 2, sono gli unici costrutti terrestri ad aver oltrepassato l’eliosfera, rispettivamente nel 2012 e nel 2018. Ripercorriamo insieme i momenti salienti ed il fine ultimo della missione Voyager.
Autore: AstroBenny (Benedetta Facini) 20 maggio 2025
SpaceX ha annunciato di aver ottenuto i permessi dalla FAA per effettuare un altro test del sistema razzo-navicella Starship Super Heavy (Starship è la navicella-secondo stadio e il booster è chiamato Super Heavy) Il lancio è previsto per il 26 maggio 2025 alle 1:30 (ora italiana) dallo spazioporto Starbase a Boca Chica, Texas.
Un affascinante viaggio dell'universo in espansione, attraverso scoperte e misteri da risolvere.
Autore: Elisa Goffo 15 maggio 2025
Da 13,8 miliardi di anni, da quando è nato, l'universo è in continua espansione. Questa espansione non è semplicemente un allontanamento delle galassie l'una dall'altra, ma uno stiramento dello spaziotempo stesso, il tessuto quadridimensionale che costituisce il nostro universo.
Nascita dell’Agenzia Spaziale Africana: AfSA
Autore: Liliana Balotti 13 maggio 2025
La nascita dell’Agenzia Spaziale Africana (AfSA) rappresenta un momento storico: non è solo un passo simbolico verso l’esplorazione spaziale. Questo progetto nasce non solo per partecipare alla corsa spaziale globale, ma per utilizzare la tecnologia spaziale al servizio dello sviluppo sostenibile e dell’integrazione africana , è una risposta concreta alle sfide del continente, che cerca nello spazio soluzioni per l’ambiente, l’agricoltura, l’educazione e la gestione delle risorse naturali. Negli ultimi decenni, diversi Paesi africani hanno avviato programmi spaziali propri: la Nigeria con l’agenzia National Space Research and Development Agency (NASDRA), ha costruito e lanciato satelliti per l’osservazione della Terra. Il Sudafrica è diventato un punto di riferimento nella radioastronomia. L’Egitto ha realizzato i suoi primi satelliti scientifici e nel nel 1998 ha lanciato il primo satellite africano. Da allora, 18 paesi africani hanno lanciato altri 63 satelliti e molte nazioni africane hanno implementato i propri programmi spaziali a beneficio della propria popolazione. E l’’Algeria con l’Agence Spatiale Algerienne (ASAL).
La fasi del ciclo solare: dal minimo solare al declino
Autore: Andrea Vanoni 8 maggio 2025
I cicli solari sono un fenomeno naturale che descrive le variazioni dell’attività del Sole nel tempo, influenzando non solo il nostro sistema solare, ma anche il clima terrestre e le tecnologie che utilizziamo quotidianamente. I cicli solari sono periodi di attività solare caratterizzati da variazioni nel numero di macchie solari e nelle emissioni di radiazione . Questi cicli seguono un andamento che si ripete approssimativamente ogni 11 anni, anche se la durata può variare. Sono prodotti da dinamiche interne al Sole, in particolare dai movimenti del plasma e dai campi magnetici. Le fasi del ciclo solare Un ciclo solare passa attraverso diverse fasi: 1. Minimo Solare : Durante questa fase, il numero di macchie solari è ridotto. L' attività solare è al suo livello più basso e si possono osservare meno esplosioni di energia e di radiazione.
Minimum Equipment List (MEL) e la Configuration Deviation List (CDL) per volare sicuri
Autore: Gabriele Dessena 8 maggio 2025
Nell'immaginario collettivo, un aereo pronto al decollo deve essere perfettamente integro e funzionante in ogni sua parte. Tuttavia, la realtà operativa dell'aviazione civile è più flessibile, grazie a strumenti normativi come la Minimum Equipment List (MEL) e la Configuration Deviation List (CDL) . Questi documenti permettono, in determinate condizioni, di operare voli anche quando alcuni componenti non sono funzionanti o risultano mancanti, garantendo comunque la sicurezza del volo.
Coppia di sonde verso Marte per la NASA con la missione chiamata ESCAPADE
Autore: AstroBenny (Benedetta Facini) 7 maggio 2025
La NASA si prepara a inviare una coppia di sonde verso Marte con una missione chiamata ESCAPADE (Escape and Plasma Acceleration and Dynamics Explorers). L’obiettivo è di studiare come l’ atmosfera del Pianeta Rosso sia stata progressivamente dispersa nello spazio, fornendo indizi cruciali sulla trasformazione di Marte da mondo potenzialmente abitabile a pianeta arido. La missione ESCAPADE utilizzerà due sonde identiche sviluppate da Rocket Lab , soprannominate Blue e Gold , che orbiteranno attorno a Marte in formazione; raccoglieranno dati in simultanea ma da diversi punti della magnetosfera marziana.
Rubrica Edu-STEM:  Gamification e STEM - imparare giocando
Autore: Daniela Giannoccaro 5 maggio 2025
Negli ultimi anni, la gamification — l'applicazione di meccaniche di gioco in contesti non ludici, come l'istruzione — sta guadagnando sempre più terreno nel mondo della didattica, in particolare nell'insegnamento delle discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica). In un'epoca in cui l'attenzione degli studenti è spesso frammentata e la competizione con le distrazioni digitali è serrata, introdurre dinamiche di gioco nei percorsi educativi rappresenta una strategia efficace per coinvolgere, motivare e far apprendere in modo più profondo.  Quando il gioco diventa un motore per la curiosità scientifica Elementi come sfide, livelli da superare, premi virtuali, classifiche e badge non sono semplici decorazioni, ma strumenti potenti per rendere l'apprendimento più attivo e partecipativo. La matematica, la scienza, la programmazione e l’ingegneria, materie che spesso risultano astratte o complesse, diventano più accessibili e stimolanti quando proposte sotto forma di gioco. Questo approccio consente agli studenti di apprendere in modo naturale e intuitivo, attraverso l'esperienza diretta, la sperimentazione e il problem solving .
Show More