Venere: astrofotografia sul pianeta infernale
Venere, il secondo pianeta del nostro sistema solare, è spesso definito il "pianeta gemello" della Terra per le sue dimensioni simili e la composizione rocciosa. Tuttavia, le sue condizioni sono estremamente diverse: è avvolto da dense nubi di acido solforico e ha temperature superficiali che raggiungono i 465 gradi Celsius, rendendolo un ambiente ostile per qualsiasi forma di vita conosciuta.

La Superficie di Venere
La superficie di Venere è caratterizzata da vaste pianure vulcaniche, alte montagne e decine di migliaia di crateri. Nonostante la sua vicinanza alla Terra, la sua esplorazione è stata limitata dai suoi ambienti estremi. Solo sonde spaziali come la Venera dell'Unione Sovietica e la Magellan della NASA hanno potuto mappare il suo suolo e raccogliere dati preziosi.

Astrofotografia in ultravioletto di Venere
La fotografia in ultravioletto rappresenta un'innovativa frontiera nella studiare Venere. Utilizzando filtri UV, gli scienziati ma anche gli astrofotografi possono osservare le nubi densamente stratificate che avvolgono il pianeta e identificare vari fenomeni atmosferici invisibili alla luce visibile. Ad esempio, le immagini in ultravioletto rivelano dettagli sulle composizioni chimiche dell'atmosfera e la dinamica dei venti, che può raggiungere velocità sorprendenti di 360 km/h.
Essendo il filtro in UV molto scuro ed essendo più sensibile alla nostra atmosfera in questa lunghezza d’onda, riprendere Venere in questa parte dello spettro non risulta mai particolarmente semplice e richiede quello che viene definito dagli astrofili “buon seeing”, ossia poca turbolenza atmosferica.
Una volta ottenuta l’immagine grezza, mediante alcuni programmi dedicati è possibile vedere le deboli strutture nuvolose che circondano completamente il pianeta, come nelle immagini allegate all’articolo.

La Missione Akatsuki
Una delle missioni più significative nella comprensione di Venere è la Akatsuki, una sonda giapponese che ha iniziato a orbitare attorno al pianeta nel 2015. Grazie a strumenti che catturano immagini in diverse lunghezze d’onda, inclusi filtri ultravioletti, Akatsuki ha portato alla luce fenomeni come onde atmosferiche e vortici, ampliando significativamente le nostre conoscenze.
Venere continua a rappresentare una delle sfide scientifiche più intriganti nel nostro sistema solare. La combinazione della sua geomorfologia unica e delle tecniche fotografiche in ultravioletto ha aperto nuove strade per l'esplorazione planetaria. Questi strumenti innovativi non solo ci permettono di vedere il pianeta in modo inedito, ma ci avvicinano anche alla comprensione di processi che possono avere implicazioni per l'analisi della vita e dell'atmosfera su pianeti extrasolari.
Image Credits: Andrea Vanoni

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