Il quarto lancio di Ariane 6
Il decollo è programmato per le 6:00 del mattino (ora italiana) dallo Spazioporto europeo di Kourou, in Guyana francese. Per questa missione verrà impiegata la configurazione Ariane 62: un Ariane 6 equipaggiato con due booster laterali, ideale per missioni che richiedono carichi leggeri verso orbite elevate.
I due satelliti, identificati come SAT 33 e SAT 34, verranno rilasciati a circa 23 mila km di altitudine in orbita media terrestre (MEO), sede dell’intera costellazione Galileo.
Con il loro arrivo, il sistema di navigazione potrà contare su una copertura più ampia e un livello di affidabilità ancora più elevato. Più satelliti in orbita significano infatti un servizio più stabile: eventuali guasti, operazioni di manutenzione o cambi di orbita avranno un impatto minore sulle prestazioni complessive.
Dopo questa missione, i piani prevedono ulteriori lanci con Ariane 6: le missioni L15 e L16 che contribuiranno al completamento della prima generazione della costellazione. Una volta completata l’ultima missione L16, l’Europa introdurrà gradualmente dei satelliti di seconda generazione, caratterizzati da tecnologie più avanzate, maggiore autonomia e migliori capacità operative.
Galileo
Galileo è un sistema di navigazione satellitare sviluppato dall’Unione Europea in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea (ESA).
Entrato in servizio nel 2016, rappresenta tutt’ora uno dei progetti strategici più ambiziosi portati avanti in Europa negli ultimi decenni. L’obiettivo alla base del programma è fornire un sistema di posizionamento indipendente, così che l’Europa non debba dipendere da sistemi controllati da governi stranieri, come lo statunitense GPS o il russo GLONASS, i cui servizi potrebbero essere ridotti o disattivati in caso di crisi.
Galileo si distingue per due componenti principali:
- un servizio aperto e gratuito, utilizzabile da tutti i dispositivi compatibili;
- un servizio criptato e ad alta precisione, destinato ad autorità e operatori governativi.
Una parte essenziale del sistema è inoltre il servizio SAR (Search and Rescue), che permette di localizzare rapidamente segnali di emergenza trasmessi da tutto il mondo contribuendo alle operazioni di soccorso.
Il percorso di Galileo è iniziato nel 2005 con il lancio del satellite di test GIOVE-A, mentre il primo satellite operativo è stato messo in orbita nel 2011. Il sistema ha iniziato a offrire copertura iniziale nel 2016 ma con prestazioni limitate.
Da allora, la costellazione è cresciuta velocemente: nel 2018 è stata raggiunta la soglia di 18 satelliti attivi e, alla fine del 2023, i satelliti capaci di operare erano 23, seppur con cinque fuori servizio.
Dal punto di vista tecnico, Galileo offre oggi una precisione inferiore al metro, migliore rispetto ai circa tre metri garantiti dal GPS statunitense. In condizioni favorevoli, con elaborazioni e incroci di dati, l’errore può scendere addirittura a 1,6 centimetri, un risultato che colloca Galileo tra i sistemi di navigazione più accurati al mondo.
L’arrivo dei satelliti di seconda generazione è previsto a partire dal 2026 e introdurrà la propulsione elettrica, payload completamente digitali, orologi atomici più stabili e collegamenti inter-satellite, migliorando ulteriormente la comunicazione tra satelliti e, quindi, precisione, sicurezza e capacità operative.
Ariane 6
Ariane 6 è il successore del celebre Ariane 5 e rappresenta la nuova porta di accesso europea allo spazio. Progettato e sviluppato da ArianeGroup per conto dell’ESA, il lanciatore è stato creato per offrire flessibilità, costi ridotti e un’elevata versatilità, caratteristiche fondamentali per affrontare il mercato competitivo dei lanci spaziali.
Il razzo è composto da tre stadi che lavorano in sequenza per portare i carichi oltre l’atmosfera terrestre ed è disponibile in due configurazioni:
- Ariane 62, con due booster laterali, utilizzata per missioni medio–pesanti e per orbite elevate;
- Ariane 64, con quattro booster, capace di trasportare carichi particolarmente pesanti, anche doppi, verso orbite geostazionarie o missioni scientifiche complesse.
Uno degli elementi più innovativi del veicolo è il secondo stadio, dotato del motore Vinci, progettato per essere riaccendibile più volte. Questa caratteristica permette di effettuare complesse manovre orbitali e di rilasciare più satelliti in posizioni differenti, ampliando notevolmente la gamma di missioni possibili.
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