PLATO – Il cacciatore di esopianeti della European Space Agency
Obiettivi scientifici
PLATO punta a rispondere a domande fondamentali:
- Esistono pianeti terrestri attorno a stelle come il nostro Sole?
- Quali sono le loro proprietà (raggio, massa, densità) e l’età della stella ospite?
- Come evolvono i sistemi planetari e quanto è “speciale” il nostro Sistema Solare?
Per raggiungere questi obiettivi, PLATO combinerà due tecniche chiave:
- Il metodo del transito, ossia osservare il leggero calo di luce di una stella quando un pianeta le passa davanti;
- L’asterosismologia: studiare le oscillazioni delle stelle per caratterizzarne età, massa e struttura interna.
Caratteristiche tecniche
Alcuni elementi distintivi della missione:
- PLATO è dotato di 26 telecamere: un approccio multi-telescopio anziché un singolo grande specchio.
- Osservazione di oltre 200.000 stelle durante la missione nominale.
- Lancio previsto entro la fine del 2026 con un razzo Ariane 6 dal cosmodromo europeo della Guiana Francese.
- Orbita: intorno al punto di Lagrange Terra-Sole L2, un luogo stabile a circa 1,5 milioni di km dalla Terra.
Stato attuale e prossimi passi
Recentemente la ESA ha annunciato che la navicella è ormai completata e pronta per la fase finale di test. Alcuni punti salienti:
- L’integrazione delle telecamere, del modulo di servizio e dello scudo termico è stata portata a termine.
- Nei prossimi mesi sono previsti test ambientali severi (vibrazioni, vuoto, temperatura) per simulare le condizioni del lancio e dello spazio profondo.
- Se tutto procederà come previsto, PLATO sarà lanciato verso la fine del 2026 e comincerà operazioni scientifiche a partire dal 2027.
Perché è una missione importante
- PLATO estende la ricerca verso pianeti rocciosi nella “zona abitabile” : quei pianeti che potrebbero avere acqua liquida e potenzialmente condizioni favorevoli alla vita.
- Grazie al target di stelle brillanti e vicine, sarà più facile ottenere misure precise di massa e raggio del pianeta, e della stella ospite — un grande vantaggio rispetto ad altre missioni precedenti.
- Creerà un catalogo di pianeti ben caratterizzati su cui future missioni (anche terrestri o spaziali) potranno basarsi per approfondimenti.
Impatto per l’Italia
Anche l’Italia gioca un ruolo rilevante nella missione: contributi scientifici e tecnologici italiani sono coinvolti nell’assemblaggio degli strumenti, e l’INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica) partecipa attivamente alla preparazione dei dati e alla futura analisi dei risultati. Per il pubblico e la comunità scientifica italiana, PLATO offre quindi un’opportunità concreta: seguire scoperte di nuovi mondi e contribuire alla frontiera della scienza spaziale.

Conclusione
PLATO rappresenta uno degli strumenti più promettenti per cercare risposte a domande che da sempre affascinano l’umanità: «Siamo soli?» e «Quanto è comune un pianeta come la Terra nell’Universo?». La campagna di test finali è un passo cruciale prima del lancio, e nei prossimi anni sarà emozionante seguire ciò che questo “occhio spaziale” scoprirà.
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