Prevenire la generazione di space debris

Giovanni Garofalo • 4 giugno 2025
L'Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha pubblicato il "Zero Debris Technical Booklet" il 15 gennaio 2025, un documento fondamentale che delinea le tecnologie necessarie per raggiungere l'obiettivo di Zero Debris entro il 2030. Questo è il risultato di una collaborazione tra ingegneri, operatori, giuristi, scienziati ed esperti di politica, tutti membri della comunità Zero Debris, composta dai firmatari della Zero Debris Charter. (European Space Agency, 2024)
 Modello CAD di asteroide

Il documento identifica sei obiettivi tecnologici chiave, tra cui: prevenire il rilascio di nuovi detriti, migliorare la sorveglianza del traffico spaziale e approfondire la conoscenza degli effetti dei detriti spaziali. Questo sforzo collettivo rappresenta un passo significativo verso un futuro sostenibile nello spazio, promuovendo una collaborazione internazionale per la salvaguardia dell'ambiente orbitale terrestre. In questo articolo ci si focalizzerà principalmente sulla prevenzione del rilascio dei detriti ad opera di collisioni.


Migliorare la valutazione del rischio di collisione

Mantenere la probabilità di generazione di detriti dovuta a collisioni e frammentazioni al di sotto di “1 su 1000” per oggetto richiede una combinazione di minimizzazione del rischio non indifferente. L’aumento del numero di detriti e il rischio associato alle collisioni in orbita comportano una necessità crescente per gli operatori, i quali devono evitare a tutti i costi le collisioni, pena il fallimento della missione. Durante la fase di progettazione, il calcolo della probabilità cumulativa di collisione sull'intera vita orbitale di un veicolo spaziale o di un satellite può essere utilizzato per selezionare percorsi orbitali più sicuri. Le soluzioni per soddisfare questa esigenza includono:

  • Una metodologia standardizzata per la valutazione della probabilità di collisione durante la fase di progettazione, che prevede la formalizzazione delle condizioni di input per l'analisi, come i modelli di popolazione degli oggetti spaziali, le proprietà e caratteristiche del veicolo spaziale, nonché il modo in cui vengono gestite le incertezze.
Space Debirs risk assesment

Fattori chiave:

1.      Definizione di linee guida e metodologie per la valutazione della probabilità cumulativa di collisione, adattate alle varie fasi della missione e alle popolazione di detriti;

2.      Creazione di algoritmi di apprendimento automatico per prevedere con maggiore precisione le probabilità di collisione, sfruttando dati storici di collisioni, modelli di comportamento dei veicoli spaziali e indicatori di manutenzione predittiva

Una modellazione accurata degli eventi di frammentazione è necessaria per prevedere e ridurre in modo preciso i rischi di collisione.

·        Metodologia per la valutazione delle conseguenze delle collisioni e modellazione della frammentazione.

Fattori chiave:

1.      Sviluppo di modelli di frammentazione e di test sperimentali per valutazione impatto;

2.      Attuazione dei test su larga scala per l’impiego di attrezzature più grandi;

3.      Studi di affidabilità in campo balistico.



Valutazione standardizzata dei rischi impliciti riscontrati

Le attuali linee guida per la mitigazione dei detriti si basano comunemente su approssimazioni (es. limiti di vita operativa), anziché che concentrarsi sul rischio effettivo di generazione di detriti. Per affrontare questo problema, è necessario sviluppare metodologie in grado di quantificare direttamente il rischio di generazione di detriti. 

Space Debris Distribution

Le soluzioni per soddisfare questa esigenza includono:

·        Sviluppo di metodi standardizzati e riconosciuti a livello internazionale per la valutazione della probabilità e della gravità degli eventi di generazione di detriti, al fine di consentire una valutazione del rischio coerente e affidabile tra le diverse missioni spaziali.

Fattori chiave:

1.      Definizione di un indice dei detriti spaziali;

2.      Metriche condivise per valutare l’impatto della generazione di detriti durante una missione, includendo tutti gli elementi utili;

3.      Metodi di valutazione del rischio differenziati in base alle caratteristiche orbitali e alla popolazione di detriti considerata;

4.      Sviluppo di modelli previsionali del traffico spaziale futuro. 

 

Evitare le collisioni in fase di progettazione e/o rientro

Con l’aumento della congestione orbitale, l’evitamento delle collisioni diventa sempre più complesso per gli operatori. Per affrontare questa sfida, è necessario migliorare sia le capacità di manovra che i sistemi autonomi per evitare le collisioni sin dalle prime fasi di progettazione della missione.

Orbital Debris Programme

Le soluzioni per soddisfare questa esigenza includono:

·        Il miglioramento della capacità dei veicoli spaziali di eseguire manovre evasive per evitare collisioni;


·        Sviluppo di sistemi autonomi affidabili per la rilevazione di collisioni,  al fine di migliorare significativamente i tempi di risposta e ridurre la dipendenza da interventi manuali.

Fattori chiave:

1.      Sviluppo di sistemi affidabili per operazioni autonome integrate di rilevamento delle collisioni, con sistemi di coordinamento tra i sottosistemi;

2.      Riduzione dei tempi decisionali in caso di fallimento del sistema automatico. 

 

 

Minimizzare i rischi legati agli oggetti non tracciabili attraverso la progettazione 

Tutti gli attori del settore spaziale devono ridurre il rischio che i detriti non tracciabili rappresentano per gli oggetti spaziali, per garantire una bassa probabilità di generare ulteriori detriti.

rimozione di detriti

Le soluzioni per affrontare questa problematica includono:

·        Sviluppo di modelli statistici per l’evoluzione e il comportamento dei detriti non tracciabili e per l’evoluzione a lungo termine del sistema preso in considerazione.

Fattori chiave:

1.      Sviluppo di sensori spaziali per il rilevamento e utilizzo di dati elaborati;

2.      Misurazioni regolari della densità dei detriti e aggiornamento dei modelli di popolazione di riferimento.

·        Soluzioni di mitigazione progettuale, anche tramite il miglioramento del design e della protezione dei veicoli spaziali, contro le Particelle Piccole che non possono essere rilevate o evitate in tempo

Fattori chiave:

1.      Sviluppo di tecnologie e analisi topologica per una corretta schermatura e protezione delle apparecchiature critiche (es. batterie, serbatoi in pressione);

2.      Sistemi di monitoraggio dello stato di salute per valutare i danni post-impatto e prevedere la vita operativa residua.



Minimizzazione dei i rischi di frammentazioni interne

L’automazione riduce i rischi derivanti da una incorretta analisi da parte di un operatore umano. Ciò porta ad una corretta identificazione delle possibilità di frammentazione interna dovuta ad una collisione con un corpo estraneo. Sebbene i sistemi autonomi riducano la probabilità di una collisione, essi introducono anche nuovi rischi, quale l’eventuale attivazione prematura di un componente o il fallimento a catena dell’intero segmento elettro-meccanico.

Le soluzioni per affrontare questa problematica includono:

·        Modellizzazione migliorata e affidabile delle frammentazioni interne, incluse quelle causate da eventi imprevisti.

Fattori chiave:

1.      Metodologie e strumenti standardizzati per valutare i guasti negli elementi e sottosistemi dei veicoli spaziali che potrebbero portare a frammentazione;

2.      Sviluppo/miglioramento di test e database per caratterizzare gli effetti degli impatti sulle strutture.

·        Adozione di tecnologie per un’automazione affidabile

Fattori chiave:

1.      Architetture robuste (es. monitoraggio dello stato di salute);

 

·        Sviluppo di tecnologie di contenimento per le fonti di energia immagazzinata a bordo

Fattori chiave:

1.      Sviluppo di tecnologie di contenimento (es. batterie, serbatoi in pressione);

2.      Definizione di linee guida per la progettazione di recipienti in pressione adeguati per prevenire la generazione di detriti.

Space Debris capture

Conclusioni               

La crescente congestione dello spazio e il numero in aumento di oggetti in orbita rendono sempre più urgente l’adozione di strategie efficaci per la mitigazione dei detriti spaziali. Per garantire la sostenibilità dello spazio, è essenziale migliorare la valutazione e la gestione del rischio di detriti attraverso: metodologie standardizzate, tecnologie avanzate, intelligenza artificiale e progettazione resiliente. Servono strumenti efficaci per prevenire collisioni, frammentazioni interne e impatti con oggetti non tracciabili, insieme a modelli accurati e sistemi di passivazione affidabili. Il successo dipende dal coordinamento internazionale, dalla standardizzazione tecnica e da un impegno condiviso tra tutti gli attori del settore spaziale.

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Autore: Gabriele Dessena 2 dicembre 2025
Tutto nasce da un episodio avvenuto il 30 ottobre su un A320 di linea, durante un volo tra Stati Uniti e Messico . L’aereo ha avuto una breve ma imprevista variazione di assetto, un “abbassamento di muso” non comandato mentre il pilota automatico era inserito. L’equipaggio ha ripreso il controllo in pochi istanti e il volo si è concluso con un atterraggio regolare. Da quell’evento, analizzato nei dettagli da Airbus e dalle autorità, è emersa una possibile vulnerabilità in uno dei computer che controllano il beccheggio e il rollio dell’aeromobile. Per questo, a fine novembre 2025, l’Agenzia europea per la sicurezza aerea (EASA) ha emesso una direttiva di emergenza (Emergency Airworthiness Directive, EAD) che riguarda una parte della flotta Airbus A319, A320 e A321, chiedendo interventi rapidi su hardware e software di bordo. È importante sottolineare subito che parliamo di un’ azione precauzionale , scattata proprio per evitare che un evento estremamente raro possa ripetersi in condizioni più critiche. La famiglia A320 (che comprende A318, A319, A320 e A321) è una delle più diffuse al mondo: è l’aereo tipico dei collegamenti di corto e medio raggio che utilizziamo per andare da una grande città europea all’altra. Proprio perché si tratta di migliaia di aeromobili, qualsiasi direttiva che li riguarda ha un effetto immediato sulla programmazione dei voli: alcune rotte vanno ripianificate, alcuni velivoli devono fermarsi qualche ora in più in manutenzione, e può comparire qualche ritardo o cancellazione. Non è il sintomo di un problema “misterioso” che appare all’improvviso, ma il risultato di una filosofia molto chiara: se si individua anche solo la possibilità teorica di una situazione indesiderata, si interviene in blocco sull’intera flotta interessata. Airbus, nel suo comunicato, ha spiegato che la combinazione tra un certo tipo di computer di volo e una modifica software recente ha reso quel componente più sensibile a particolari condizioni di radiazione solare, e che quindi si è deciso di aggiornare il software di circa cinquemila aerei e di sostituire fisicamente i computer su circa novecento esemplari più anziani.
Autore: Simone Semeraro 27 novembre 2025
Il 13 novembre 2025 segna una data importantissima per il settore spaziale, poiché un nuovo attore si aggiunge a SpaceX nel settore dei razzi riutilizzabili : è la compagnia spaziale di Bezos, Blue Origin , il cui razzo New Glenn è atterrato verticalmente in completa autonomia. Ad essere precisi, è stato il primo stadio, Jacklyn, ad essere atterrato e (quasi) pronto al riutilizzo. è il secondo tentativo di Blue Origin di effettuare questa impresa con successo, dopo il fallimento della parziale della missione NG-1 di gennaio dello stesso anno, quando il carico era stato lanciato con successo, ma dati telemetrici di Jacklyn si persero è non atterrò come previsto. Ma come siamo arrivati a questo punto?
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La curiosità come punto di partenza I bambini hanno una caratteristica straordinaria: fanno domande su tutto. “Perché il cielo è blu?”, “Come fa un dinosauro a essere così grande?”, “Cosa c’è dentro il nostro corpo?”. Questa curiosità è il motore dell’apprendimento, e la realtà aumentata può trasformarla in esperienze concrete e coinvolgenti. La realtà aumentata spiegata ai genitori La realtà aumentata (AR) è una tecnologia che permette di sovrapporre immagini e informazioni digitali al mondo reale, visibili attraverso smartphone o tablet. Non è fantascienza: è uno strumento che rende lo studio un’avventura. Immaginate di puntare la fotocamera verso il libro di scienze e vedere il cuore che batte in 3D, o di trasformare il salotto in un piccolo planetario dove i pianeti orbitano intorno al Sole.
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Un tempo riservata agli osservatori professionali e alle agenzie spaziali, l’osservazione e la ripresa di corpi celesti come la Luna, i pianeti e persino il Sole è oggi alla portata di molti grazie ai progressi della tecnologia e alla crescente accessibilità di strumenti astronomici amatoriali. Sempre più appassionati di astronomia si cimentano nella fotografia planetaria e solare, ottenendo risultati sorprendenti e contribuendo, talvolta, anche alla ricerca scientifica. Negli ultimi anni, il mercato ha visto un’impennata nella qualità e nella disponibilità di telescopi, camere planetarie, filtri solari e software di elaborazione immagini pensati per gli astrofili. Strumenti come: • Telescopi a lunga focale , ideali per l’osservazione planetaria • Camere CMOS ad alta sensibilità e frame rate elevato • Software di stacking e post-processing (come AutoStakkert!, RegiStax e AstroSurface) hanno rivoluzionato le possibilità di chi osserva il cielo da casa, permettendo di ottenere dettagli sorprendenti di Giove, Saturno, Marte, delle fasi lunari e persino delle macchie solari.
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