Asteroidi: Coordinazione e Sorveglianza

Giovanni Garofalo • 11 luglio 2025

L'Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha pubblicato il "Zero Debris Technical Booklet" il 15 gennaio 2025, un documento fondamentale che delinea le tecnologie necessarie per raggiungere l'obiettivo di Zero Debris entro il 2030. Questo è il risultato di una collaborazione tra ingegneri, operatori, giuristi, scienziati ed esperti di politica, tutti membri della comunità Zero Debris, composta dai firmatari della Zero Debris Charter. (European Space Agency, 2024).

Il documento identifica sei obiettivi tecnologici chiave, tra cui: prevenire il rilascio di nuovi detriti, migliorare la sorveglianza del traffico spaziale e approfondire la conoscenza degli effetti dei detriti spaziali. Questo sforzo collettivo rappresenta un passo significativo verso un futuro sostenibile nello spazio, promuovendo una collaborazione internazionale per la salvaguardia dell'ambiente orbitale terrestre. In questo articolo ci si focalizzerà principalmente sulla prevenzione del rilascio dei detriti ad opera di collisioni.


Valutazione del traffico spaziale e condivisione delle informazioni

La crescita del numero di satelliti e detriti spaziali impone un'evoluzione dei sistemi di gestione del traffico spaziale. Operazioni efficaci di prevenzione delle collisioni richiedono la partecipazione attiva degli operatori e una condivisione delle informazioni che sia tempestiva, standardizzata e trasparente. Con l’aumento del numero di oggetti lanciati nello spazio, il coordinamento del traffico spaziale (Space Traffic Coordination, STC) è diventato essenziale per garantire operazioni spaziali sostenibili e sicure. Questo articolo riassume le principali necessità identificate per migliorare il coordinamento del traffico e propone soluzioni concrete, focalizzandosi sulla trasparenza dei dati, la collaborazione internazionale e l’automazione dei processi.


Obiettivo

Ridurre il rischio di collisioni e minimizzare le manovre evasive non necessarie. Soluzioni Proposte:

1.      Collaborazione Internazionale. Ciò implica superare le barriere geopolitiche e linguistiche mediante linee guida standard (es. CCSDS). Al 2025, in piena fase di contrattazione tra Eropa, Asia e Stati Uniti, è quantomeno necessario cercare di ridurre le tensioni.

2.      Promuovere regole comuni per manovre, scambio di dati e valutazioni di incertezza. In questo ambito, la creazione di un sistema internazionale per coordinare la condivisione dei dati e garantire interoperabilità può aiutare a risolvere i problemi relativi a tali manovre.

3.      Comunicazione Migliorata tra Segmenti di Sorveglianza e Operatori. Le infrastrutture dati sono tra gli strumenti più vulnerabili quando si tratta di analisi ed elaborazione dati. La messa in sicurezza e la standardizzazione di scambio delle informazioni può garantire uno scambio sicuro e automatizzato, con bassa latenza e alta disponibilità.

4.      Database operativi aggiornati contenenti contatti, stato missione, notifiche di manovra e capacità operative. Tra le strutture più avanzate è possibile citare ESA, NASA, JAXA e ROSCOSMOS.

5.      Sistemi automatizzati per interazione tra operatori e gestione di avvicinamenti ravvicinati. Non è inusuale che i sistemi di rilevamento possano individuare oggetti potenzialmente pericolosi dal punto di vista orbitale. Qualora si verificasse una collisione alle velocità tipiche dell’alta atmosfera o al di fuori, è necessaria la condivisione sistematica di anomalie e guasti. In alcuni casi, è possibile considerare rientri controllati, qualora si voglia evitare di rilasciare ulteriori detriti nello spazio.

6.      Valutazione della Qualità dei Fornitori di Analisi del Rischio di Collisione. In Europa esistono numerose aziende che si occupano di sviluppo di metriche e metodi standardizzati per valutare l'accuratezza delle analisi condotte in orbita mediante Failure Tree Analysis (FTA).

7.      Piattaforme collaborative per la condivisione di dati, modelli e metodologie. L’accesso a informazioni dettagliate su tutti gli oggetti coinvolti in un avvicinamento sono tra gli elementi base per evitare collisioni e potenziali guasti. Inoltre, l’inerzia di un corpo celeste, seppur piccolo, coadiuvato dalla velocità propria del corpo, può condurre a danni considerevoli alle apparecchiature, per non dire il fallimento totale di una missione. La raccolta di dati nell’ambito di area di collisione e danni permettono di stimare l’affidabilità dell’intera missione.


Tra le Linee Guida per le Operazioni di Evitamento Collisioni (CAM), possiamo trovare anche sistemi automatizzati per la riduzione del rischio basati su dati affidabili e compatibilità tra sistemi, test di benchmark per valutare i fornitori di servizi CAM, includendo tempo di reazione, disponibilità, accuratezza e livello di automazione. In genere, le soluzioni open-source per permettere agli operatori di ottimizzare internamente le manovre non sono potenzialmente considerate, a parte sistemi per il monitoraggio come COOPERNICUS, a causa di problematiche relative a brevetti e diritti legali.

Infine, è possibile dire che l'efficacia del coordinamento del traffico spaziale dipende dalla cooperazione internazionale, dalla standardizzazione dei dati e dall’adozione di soluzioni tecnologiche interoperabili. È fondamentale sviluppare infrastrutture condivise, automatizzare i processi critici e garantire l’affidabilità delle fonti di analisi per sostenere operazioni spaziali sicure e durature.


Migliore valutazione del rischio di collisione

Una sorveglianza spaziale efficiente è cruciale per valutare accuratamente il rischio di collisione tra oggetti in orbita. La riduzione dell'incertezza nella posizione e velocità degli oggetti spaziali, insieme alla capacità di tracciare anche i detriti più piccoli, è essenziale per minimizzare i falsi allarmi e alleggerire il carico operativo degli operatori. Questo articolo esamina soluzioni tecnologiche e operative per migliorare la performance della sorveglianza spaziale, in particolare in LEO e GEO.


Il rischio di collisioni nello spazio dipende dalla capacità di identificare e tracciare con precisione tutti gli oggetti rilevanti, inclusi quelli di piccole dimensioni. Migliorare la risoluzione e l’accuratezza dei sistemi di sorveglianza è fondamentale per aumentare l’affidabilità delle analisi del rischio. Tra le necessità identificate:

1.      Riduzione dell’incertezza nei parametri orbitali, ossia limitare gli incontri ravvicinati falsamente percepiti come pericolosi e ridurre le manovre evasive inutili. Tra le strategie adottabili, è possibile incrementare la frequenza delle osservazioni degli oggetti in orbita, eliminare le lacune nel tracciamento e migliorare l’elaborazione delle osservazioni, estendere il numero di sistemi di tracciamento sia terrestri che in orbita, monitorare l’evoluzione e la distribuzione dei detriti di piccole dimensioni nei vari strati della LEO, e stabilire priorità di tracciamento basate sull’accuratezza richiesta per gli oggetti non dotati di sistemi di determinazione autonoma della traiettoria.

2.      Miglioramento della tracciabilità degli oggetti, ossia migliorare l’identificazione e il tracciamento di piccoli oggetti e detriti relativi alla missione di competenza, riducendo la probabilità di falsi positivi nelle analisi di congiunzione. Tra le tecnologie abilitanti, troviamo strumenti ottici o radio per identificare piccoli oggetti senza compromettere l’oscurità e la quiete del cielo, servizi commerciali di space situational awareness (SSA), il miglioramento della sorveglianza nei lanci condivisi (rideshare), soluzioni terrestri per aumentare la precisione del tracciamento, studi sulla tracciabilità post-frammentazione mediante materiali dedicati. aumento della capacità di tracciamento per grandi volumi di oggetti dotati di retro-riflettori.

3.     Superamento delle limitazioni dei sistemi attuali, poiché i sistemi attuali mostrano carenze nella sensibilità, risoluzione e capacità di throughput, specialmente per quanto riguarda detriti piccoli e attualmente non tracciabili. Tra le soluzioni proposte figurano una migliore caratterizzazione del rischio degli oggetti spaziali, l’aumento della sensibilità e precisione dei sistemi di tracciamento (telescopi per misure su richiesta, radar, laser ranging, sensori non convenzionali), lo sviluppo di metodi avanzati per il tracciamento di oggetti tra 1 e 10cm, e infine iniziative per il monitoraggio e la catalogazione di detriti non tracciabili ma potenzialmente distruttivi.


Il potenziamento della sorveglianza spaziale rappresenta un elemento chiave per la sicurezza delle operazioni in orbita. Una migliore capacità di tracciamento e identificazione, unita a soluzioni tecnologiche innovative, permetterà una valutazione del rischio più precisa, riducendo al minimo manovre non necessarie e migliorando l’efficienza operativa degli attori spaziali.


Miglioramento delle metodologie di correlazione e quantificazione dell’incertezza nella sorveglianza spaziale

La capacità di correlare osservazioni e determinare orbite precise è centrale per la sorveglianza spaziale. Il miglioramento delle metodologie di correlazione e quantificazione dell’incertezza consente di produrre cataloghi più accurati e previsioni di avvicinamenti ravvicinati più affidabili. Questo articolo analizza soluzioni operative e tecniche per potenziare la qualità dei prodotti della sorveglianza spaziale attraverso una migliore gestione dei dati e una riduzione dell'incertezza.


Dopo la fase di acquisizione delle osservazioni, la sorveglianza spaziale si fonda sulla capacità di identificare se un oggetto osservato è già noto (correlazione) e con quale precisione se ne conosce l’orbita (quantificazione dell’incertezza). Questi processi sono essenziali per generare prodotti informativi affidabili per il monitoraggio dei detriti spaziali e la previsione di potenziali collisioni. Tra le necessità identificate, troviamo la quantificazione realistica dell’incertezza, che si pone l’obiettivo di aumentare l’affidabilità delle previsioni e la precisione delle orbite attraverso tecniche avanzate di correlazione e modellazione dell’incertezza. Soluzioni proposte:

1.      Utilizzo di informazioni contestuali (es. fotometria) per migliorare la correlazione su lunghi intervalli temporali.

2.      Quantificazione e riduzione dell’incertezza in tutti i dati acquisiti (realismo dell’incertezza).

3.      Capacità di report sulla qualità dei dati raccolti.

4.      Modelli di propagazione orbitali migliorati mediante tecniche di machine learning.

5.      Automazione della raccolta dati per aumentarne efficienza, scalabilità e tempestività.


Eppure, l’aumento degli oggetti attivi e dei detriti può sovraccaricare le reti sensoriali, aumentando l’intervallo tra osservazioni e, di conseguenza, l’incertezza orbitale. Le strategie adottabili riguardano:

1.      Adozione di cataloghi estesi e accessibili per condivisione e validazione dei dati.

2.      Meccanismi di tasking robusti per l’osservazione continua degli oggetti in orbita.

3.      Strumenti per la sorveglianza spaziale su richiesta utilizzabili direttamente dagli operatori.

4.      Accesso aperto a prodotti sensoriali e dati di test per la calibrazione.

5.      Pipeline avanzate per il processamento dei dati, in grado di gestire l’incertezza nella fusione dei dati.

6.      Promozione dell’uso di sensori non tradizionali: stazioni di terra (amatoriali e professionali), sensori in orbita, sensori opportunistici.


Il miglioramento delle metodologie di correlazione e della quantificazione dell’incertezza è fondamentale per ottenere un quadro più realistico e utile dell’ambiente spaziale. L’integrazione di fonti eterogenee, l’adozione di modelli avanzati e la condivisione trasparente dei dati rappresentano passi chiave verso una sorveglianza spaziale più efficace e sostenibile

Conclusioni                         

La crescente congestione dell’ambiente orbitale impone un’evoluzione rapida e sistemica delle capacità di sorveglianza spaziale, di coordinamento del traffico e di gestione del rischio. Dall’analisi dei bisogni emergenti nei settori chiave — coordinamento del traffico spaziale, sorveglianza e tracciamento, miglioramento della correlazione e della quantificazione dell’incertezza — emerge un quadro integrato di soluzioni necessarie per garantire la sicurezza e la sostenibilità delle operazioni spaziali.


Tre direttrici principali si delineano:

Standardizzazione e Cooperazione Internazionale:
È fondamentale adottare linee guida comuni, interoperabili e condivise a livello globale. La collaborazione tra attori governativi, privati e accademici, supportata da infrastrutture digitali e protocolli multilaterali, sarà la chiave per una risposta coordinata a un ambiente sempre più affollato.


Innovazione Tecnologica e Automazione:
Sistemi avanzati di osservazione, sensoristica non convenzionale, machine learning e automatizzazione dei processi di analisi e risposta permetteranno una gestione proattiva e tempestiva dei rischi. L’adozione di tecnologie per migliorare la tracciabilità e ridurre l’incertezza rappresenta un passaggio obbligato.


Condivisione Trasparente delle Informazioni:
Cataloghi aperti, hub informativi, scambio di dati grezzi e meccanismi di validazione incrociata sono strumenti cruciali per promuovere fiducia e consapevolezza condivisa tra operatori. La disponibilità di informazioni affidabili in tempo reale migliora la capacità decisionale e riduce i falsi allarmi.


In sintesi, la sostenibilità a lungo termine dell’ambiente spaziale richiede un ecosistema operativo integrato, in cui dati accurati, tecnologie avanzate e governance collaborativa agiscono sinergicamente. Solo così sarà possibile garantire la sicurezza delle missioni, ridurre il rischio di collisioni e preservare l’accessibilità allo spazio per le generazioni future.


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Autore: Gabriele Dessena 2 dicembre 2025
Tutto nasce da un episodio avvenuto il 30 ottobre su un A320 di linea, durante un volo tra Stati Uniti e Messico . L’aereo ha avuto una breve ma imprevista variazione di assetto, un “abbassamento di muso” non comandato mentre il pilota automatico era inserito. L’equipaggio ha ripreso il controllo in pochi istanti e il volo si è concluso con un atterraggio regolare. Da quell’evento, analizzato nei dettagli da Airbus e dalle autorità, è emersa una possibile vulnerabilità in uno dei computer che controllano il beccheggio e il rollio dell’aeromobile. Per questo, a fine novembre 2025, l’Agenzia europea per la sicurezza aerea (EASA) ha emesso una direttiva di emergenza (Emergency Airworthiness Directive, EAD) che riguarda una parte della flotta Airbus A319, A320 e A321, chiedendo interventi rapidi su hardware e software di bordo. È importante sottolineare subito che parliamo di un’ azione precauzionale , scattata proprio per evitare che un evento estremamente raro possa ripetersi in condizioni più critiche. La famiglia A320 (che comprende A318, A319, A320 e A321) è una delle più diffuse al mondo: è l’aereo tipico dei collegamenti di corto e medio raggio che utilizziamo per andare da una grande città europea all’altra. Proprio perché si tratta di migliaia di aeromobili, qualsiasi direttiva che li riguarda ha un effetto immediato sulla programmazione dei voli: alcune rotte vanno ripianificate, alcuni velivoli devono fermarsi qualche ora in più in manutenzione, e può comparire qualche ritardo o cancellazione. Non è il sintomo di un problema “misterioso” che appare all’improvviso, ma il risultato di una filosofia molto chiara: se si individua anche solo la possibilità teorica di una situazione indesiderata, si interviene in blocco sull’intera flotta interessata. Airbus, nel suo comunicato, ha spiegato che la combinazione tra un certo tipo di computer di volo e una modifica software recente ha reso quel componente più sensibile a particolari condizioni di radiazione solare, e che quindi si è deciso di aggiornare il software di circa cinquemila aerei e di sostituire fisicamente i computer su circa novecento esemplari più anziani.
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