Il nono volo di Starship

AstroBenny (Benedetta Facini) • 20 maggio 2025

SpaceX ha annunciato di aver ottenuto i permessi dalla FAA per effettuare un altro test del sistema razzo-navicella Starship Super Heavy (Starship è la navicella-secondo stadio e il booster è chiamato Super Heavy)

Il lancio è previsto per il 26 maggio 2025 alle 1:30 (ora italiana) dallo spazioporto Starbase a Boca Chica, Texas.

Starship sulla rampa di lancio.

Il test numero nove di Starship sarà il primo effettuato riutilizzando un booster catturato con successo, quello del test di volo numero cinque.

Contrariamente a quanto accaduto nel volo precedente non ci sarà un tentativo di cattura del booster, il quale effettuerà un ammaraggio controllato nel Golfo del Messico; La navicella Starship ha come obiettivo l'ammaraggio controllato nell'Oceano Indiano.


Cosa è accaduto durante i test precedenti

·       Flight 1: il 20 aprile 2023 Starship è stata lanciata per la prima volta raggiungendo un'altitudine di 39 km durante il volo di prova.

Poco dopo il lancio si è verificato un guasto alla maggior parte dei motori costringendo Starship Super Heavy ad una rotazione incontrollata e a deviare dalla sua traiettoria prevista prima di essere distrutto dal sistema di terminazione del volo sopra il Golfo del Messico.

 

·       Flight 2: il secondo lancio è avvenuto il 18 novembre 2023. A differenza del suo volo precedente, i motori Raptor del booster Super Heavy hanno funzionato come previsto.

Mentre Starship si avvicinava al punto di separazione degli stadi, tutti i motori del booster si sono spenti in sequenza sfalsata; nonostante ciò, i sei motori della navicella Starship si sono accesi, facilitando la sua separazione dal booster Super Heavy.

A circa 150 km di altitudine, Starship ha perso tutte le comunicazioni da terra e il volo è stato interrotto dal sistema di terminazione autonomo per una causa ancora sconosciuta.

 

·       Flight 3: il 14 marzo 2024, Starship è stata lanciata per la terza volta.

Per la prima volta, la navicella Starship ha raggiunto l’orbita e dopo la separazione, il booster Super Heavy ha acceso con successo diversi motori per la sua prima manovra di atterraggio prima che il veicolo subisse uno “smontaggio rapido non programmato” ovvero un’esplosione a circa 462 metri.

Durante la fase di crociera, Starship ha raggiunto diversi obiettivi del test di volo, tra cui l'apertura e la chiusura del suo portello del carico e una dimostrazione di trasferimento di propellente. La conclusione del test è avvenuta durante il rientro, con gli ultimi segnali di telemetria ricevuti via Starlink da Starship

Separazione di Starship dal booster.

·       Flight 4: il 6 giugno 2024 è iniziato il quarto test di Starship.

Il booster Super Heavy è decollato con successo e Starship si è separata con successo.

Il volo del booster è terminato con ammaraggio morbido nel Golfo del Messico sette minuti dopo il lancio. I sei motori di Starship hanno spinto con successo il veicolo nello spazio e lo hanno posizionato sulla traiettoria orbitale pianificata e, successivamente, ha effettuato un rientro controllato e dimostrando la capacità di controllo utilizzando i suoi alettoni.

Il Volo 4 si è concluso con un ammaraggio nell'Oceano Indiano un'ora e sei minuti dopo il lancio.

 

·       Flight 5: Il quinto test di volo di Starship è decollato il 13 ottobre 2024, con l’obiettivo più ambizioso: catturate il booster al rientro.

Al primo tentativo di questo obiettivo Mechazilla (la torre di lancio) ha catturato con successo il booster.

Starship ha proseguito lungo la sua traiettoria pianificata e ha concluso il test con la manovra di ammaraggio sull'Oceano Indiano. 

Starship durante il volo numero 5.

·       Flight 6: il sesto test di volo di Starship è stato lanciato il 19 novembre 2024.

Il booster Super Heavy è decollato con successo ed in seguito ha effettuato la manovra di ritorno per iniziare il rientro verso il sito di lancio. Durante questa fase, i controlli automatici hanno attivato l’aborto del tentativo di cattura. Il booster ha quindi eseguito una manovra di deviazione pianificata effettuando un ammaraggio nel Golfo del Messico.

Starship ha completato la traiettoria prevista e ha superato con successo il rientro atmosferico, eseguendo un altro ammaraggio nell’Oceano Indiano.

 

·       Flight 7: il 16 gennaio 2025 SpaceX ha effettuato il settimo test del sistema Starship.

Dopo la separazione da Starship, il booster Super Heavy ha effettuato una discesa controllata ed è stato catturato da Mechazilla, le braccia della torre di lancio; questo è stato il secondo recupero riuscito di un massiccio booster Super Heavy.

Dopo 2 minuti dalla separazione dal booster, SpaceX ha osservato un lampo e un incendio nella zona posteriore della navetta e ha successivamente perso tutte le comunicazioni e la telemetria della navicella Starship. Il veicolo ha subito un “disassemblaggio rapido non pianificato” (esplosione)

Cattura del booster. Crediti: SpaceX

Starship

Starship è un veicolo spaziale sviluppato da SpaceX con l’obiettivo di rivoluzionare il trasporto spaziale rendendolo completamente riutilizzabile.

Il veicolo è pensato per svolgere una vasta gamma di missioni: dal lancio di satelliti all’orbita terrestre, al trasporto di esseri umani e merci verso la Luna, Marte e oltre.

Uno degli usi più ambiziosi sarà con il programma Artemis della NASA, che ha scelto una versione modificata di Starship per far atterrare gli astronauti sulla superficie lunare.

Oltre alle missioni spaziali, SpaceX ha anche immaginato un utilizzo terrestre di Starship per voli suborbitali intercontinentali, capaci di collegare due punti del pianeta in meno di un’ora.

Concetto del sistema di atterraggio lunare di Starship per le missioni Artemis.
L'autrice Benedetta Facini

Condividi

Autore: Gabriele Dessena 2 dicembre 2025
Tutto nasce da un episodio avvenuto il 30 ottobre su un A320 di linea, durante un volo tra Stati Uniti e Messico . L’aereo ha avuto una breve ma imprevista variazione di assetto, un “abbassamento di muso” non comandato mentre il pilota automatico era inserito. L’equipaggio ha ripreso il controllo in pochi istanti e il volo si è concluso con un atterraggio regolare. Da quell’evento, analizzato nei dettagli da Airbus e dalle autorità, è emersa una possibile vulnerabilità in uno dei computer che controllano il beccheggio e il rollio dell’aeromobile. Per questo, a fine novembre 2025, l’Agenzia europea per la sicurezza aerea (EASA) ha emesso una direttiva di emergenza (Emergency Airworthiness Directive, EAD) che riguarda una parte della flotta Airbus A319, A320 e A321, chiedendo interventi rapidi su hardware e software di bordo. È importante sottolineare subito che parliamo di un’ azione precauzionale , scattata proprio per evitare che un evento estremamente raro possa ripetersi in condizioni più critiche. La famiglia A320 (che comprende A318, A319, A320 e A321) è una delle più diffuse al mondo: è l’aereo tipico dei collegamenti di corto e medio raggio che utilizziamo per andare da una grande città europea all’altra. Proprio perché si tratta di migliaia di aeromobili, qualsiasi direttiva che li riguarda ha un effetto immediato sulla programmazione dei voli: alcune rotte vanno ripianificate, alcuni velivoli devono fermarsi qualche ora in più in manutenzione, e può comparire qualche ritardo o cancellazione. Non è il sintomo di un problema “misterioso” che appare all’improvviso, ma il risultato di una filosofia molto chiara: se si individua anche solo la possibilità teorica di una situazione indesiderata, si interviene in blocco sull’intera flotta interessata. Airbus, nel suo comunicato, ha spiegato che la combinazione tra un certo tipo di computer di volo e una modifica software recente ha reso quel componente più sensibile a particolari condizioni di radiazione solare, e che quindi si è deciso di aggiornare il software di circa cinquemila aerei e di sostituire fisicamente i computer su circa novecento esemplari più anziani.
Autore: Simone Semeraro 27 novembre 2025
Il 13 novembre 2025 segna una data importantissima per il settore spaziale, poiché un nuovo attore si aggiunge a SpaceX nel settore dei razzi riutilizzabili : è la compagnia spaziale di Bezos, Blue Origin , il cui razzo New Glenn è atterrato verticalmente in completa autonomia. Ad essere precisi, è stato il primo stadio, Jacklyn, ad essere atterrato e (quasi) pronto al riutilizzo. è il secondo tentativo di Blue Origin di effettuare questa impresa con successo, dopo il fallimento della parziale della missione NG-1 di gennaio dello stesso anno, quando il carico era stato lanciato con successo, ma dati telemetrici di Jacklyn si persero è non atterrò come previsto. Ma come siamo arrivati a questo punto?
Autore: AstroBenny (Bendetta Facini) 25 novembre 2025
Il 15 dicembre ULA lancerà 27 satelliti Amazon Leo (precedentemente conosciuta come Project Kuiper) in orbita terrestre bassa a circa 590–630 chilometri di altitudine. La missione LA-04 (Leo Atlas 4), sarà il quarto lancio di Amazon a bordo di un razzo Atlas V della United Launch Alliance (ULA) dal Space Launch Complex-41 a Cape Canaveral.
Autore: Daniela Giannoccaro 20 novembre 2025
La curiosità come punto di partenza I bambini hanno una caratteristica straordinaria: fanno domande su tutto. “Perché il cielo è blu?”, “Come fa un dinosauro a essere così grande?”, “Cosa c’è dentro il nostro corpo?”. Questa curiosità è il motore dell’apprendimento, e la realtà aumentata può trasformarla in esperienze concrete e coinvolgenti. La realtà aumentata spiegata ai genitori La realtà aumentata (AR) è una tecnologia che permette di sovrapporre immagini e informazioni digitali al mondo reale, visibili attraverso smartphone o tablet. Non è fantascienza: è uno strumento che rende lo studio un’avventura. Immaginate di puntare la fotocamera verso il libro di scienze e vedere il cuore che batte in 3D, o di trasformare il salotto in un piccolo planetario dove i pianeti orbitano intorno al Sole.
Autore: Lucia Pigliaru 18 novembre 2025
L’Europa aggiunge un nuovo tassello fondamentale alla sua capacità di osservare il pianeta: Sentinel-1D, il più recente satellite della missione radar Sentinel-1 del programma Copernicus, è stato lanciato con successo il 4 novembre alle 22:02 CET dal Centro spaziale di Kourou, in Guyana Francese, a bordo del lanciatore europeo Ariane 6. Trentaquattro minuti dopo il decollo il satellite è stato rilasciato correttamente in orbita, e alle 23:22 CET è arrivato il primo segnale a Terra, confermando che Sentinel-1D è attivo e pronto a iniziare le operazioni. Con questo lancio, la costellazione Sentinel-1 è ora completa e potrà garantire continuità alle osservazioni radar europee dei prossimi anni.
Autore: Giovanni Garofalo 13 novembre 2025
Comprendere gli impatti ambientali Uno degli aspetti meno esplorati ma più rilevanti della sostenibilità spaziale riguarda gli effetti ambientali del rientro dei detriti nell’atmosfera terrestre. Ogni anno, centinaia di frammenti artificiali rientrano e si disgregano a quote variabili, liberando gas, particelle e residui solidi che possono raggiungere il suolo o gli oceani. Nonostante il fenomeno sia ormai parte integrante dell’attività spaziale, le sue conseguenze sull’ambiente terrestre e atmosferico non sono ancora completamente comprese né quantificate. Per affrontare questa lacuna, la comunità scientifica ha avviato programmi di ricerca volti a caratterizzare i materiali utilizzati nei veicoli spaziali e a comprendere il loro comportamento durante il rientro. L’obiettivo è determinare quali sostanze si formano durante la combustione e la frammentazione, e in che misura possano interagire con l’atmosfera. Particolare attenzione è rivolta ai prodotti di ablazione , cioè ai residui generati dall’erosione termica dei materiali esposti a temperature estreme, e alla loro distribuzione dimensionale e ottica, poiché tali particelle possono contribuire a modificare la chimica dell’alta atmosfera. Parallelamente, si sta approfondendo la composizione dei propellenti residui e dei componenti strutturali dei razzi e dei satelliti, per valutare quali elementi sopravvivano al rientro e quali possano depositarsi sulla superficie terrestre o marina. Analisi di laboratorio e misurazioni in situ, ad esempio mediante razzi-sonda, permettono di stimare l’altitudine e l’intensità delle emissioni, migliorando i modelli fisico-chimici dell’atmosfera. Questi studi mirano a valutare gli effetti a lungo termine dei materiali iniettati negli strati superiori dell’atmosfera, in particolare nella mesosfera e nella stratosfera, dove le reazioni chimiche indotte potrebbero alterare l’equilibrio naturale dei gas.
Autore: AstroBenny (Bendetta Facini) 11 novembre 2025
L’Agenzia Spaziale Indiana (ISRO) ha annunciato che entro la fine dell’anno verrà effettuato un passo storico per il programma spaziale nazionale: il primo test orbitale della navicella Gaganyaan, un progetto che rappresenta il sogno dell’India di portare i propri astronauti nello spazio con mezzi interamente sviluppati nel paese.
Autore: Tiziana Cardone 4 novembre 2025
La missione PLATO (acronimo di PLAnetary Transits and Oscillations of stars) della ESA rappresenta un salto importante nella ricerca di esopianeti: piccoli pianeti rocciosi simili alla Terra, che orbitano attorno a stelle simili al Sole, con un occhio privilegiato verso la cosiddetta “zona abitabile”.
Autore: Elisa Goffo 28 ottobre 2025
I pianeti che conosciamo nella nostra galassia sono più di 6000, ma sappiamo ancora molto poco su come si formino. Il modo migliore per studiare i loro processi di formazione è osservare i sistemi planetari “appena nati”. Il sistema planetario PDS 70 , situato a circa 370 anni luce da noi , è il miglior esempio che abbiamo scoperto finora ed anche il più studiato. é infatti il primo sistema conosciuto in cui gli astronomi hanno potuto assistere direttamente alla nascita di pianeti extrasolari. PDS 70 è una stella giovane, di circa 5 milioni di anni, che si trova ancora nella sua “infanzia”, se confrontata con i 4,6 miliardi di anni del nostro Sole. Per questo, e per molti altri motivi, è uno dei luoghi più studiati del cielo, dove possiamo osservare direttamente pianeti in formazione.
Autore: Andrea Vanoni 9 ottobre 2025
Un tempo riservata agli osservatori professionali e alle agenzie spaziali, l’osservazione e la ripresa di corpi celesti come la Luna, i pianeti e persino il Sole è oggi alla portata di molti grazie ai progressi della tecnologia e alla crescente accessibilità di strumenti astronomici amatoriali. Sempre più appassionati di astronomia si cimentano nella fotografia planetaria e solare, ottenendo risultati sorprendenti e contribuendo, talvolta, anche alla ricerca scientifica. Negli ultimi anni, il mercato ha visto un’impennata nella qualità e nella disponibilità di telescopi, camere planetarie, filtri solari e software di elaborazione immagini pensati per gli astrofili. Strumenti come: • Telescopi a lunga focale , ideali per l’osservazione planetaria • Camere CMOS ad alta sensibilità e frame rate elevato • Software di stacking e post-processing (come AutoStakkert!, RegiStax e AstroSurface) hanno rivoluzionato le possibilità di chi osserva il cielo da casa, permettendo di ottenere dettagli sorprendenti di Giove, Saturno, Marte, delle fasi lunari e persino delle macchie solari.
Show More