Rubrica Edu-STEM: Donne e STEM

Daniela Giannoccaro • 8 febbraio 2023

Chi dice che la scienza è roba da uomini?

Eppure esistono ancora oggi pregiudizi e ostacoli che sono alla base di un divario che esiste nel mondo della ricerca, dove gli uomini sono ancora in netta maggioranza. Superare questo divario è l’obiettivo che sette anni fa hanno portato l’Organizzazione delle Nazioni Unite a istituire, l’11 febbraio, la Giornata mondiale delle donne e delle ragazze nella scienza.

 

Sebbene infatti stia progressivamente aumentando il numero delle ricercatrici, oggi come nel 2015 la parità di genere nel mondo della ricerca è un obiettivo che richiede ancora molto lavoro. Ancora oggi, rileva l’Onu sul sito dedicato alla Giornata, le donne sono il 33,3% dei ricercatori e sono presenti solo per il 12% nelle Accademie scientifiche.

E’ una disparità che si prospetta anche nel futuro, considerando quanto poco le donne siano rappresentate in settori emergenti, come l’intelligenza artificiale, dove solo un professionista su cinque (22%) è una donna, e sono ancora poche le donne che si laureano in ingegneria (28%) e in informatica (40%). E’ un problema diffuso anche in Italia, dove solo il 16% delle ragazze si laurea in facoltà scientifiche contro il 37% dei ragazzi.


In Italia, bambine e ragazze sono significativamente sottorappresentate nei settori delle materie STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), che rappresentano un'area di crescita del prossimo futuro.

La discriminazione e gli stereotipi di genere aggravano ulteriormente la situazione delle bambine e delle ragazze che vivono in povertà educativa, scoraggiando il loro interesse per le materie STEM e trasformandosi in mancanza di opportunità di lavoro e di vita. 


Perché le ragazze non studiano le materie STEM?

Secondo la ricerca, bambine e bambini compiono delle scelte di studio che sono ancora fortemente influenzate dagli stereotipi di genere e dalle convenzioni sociali, compresi gli orientamenti tradizionali all'interno della famiglia. Le bambine preferiscono i settori dei servizi e della cura, mentre i bambini quelli tecnici e manifatturieri.

Anche rispetto alle attività quotidiane, i bambini e le bambine intervistati compiono delle scelte stereotipate: i bambini sono più coinvolti in attività sportive o legate alla tecnologia e le bambine in attività artistiche.
 
Nell’opinione di educatori, educatrici e insegnanti coinvolti nella ricerca, le barriere e le sfide che le ragazze e i ragazzi che vivono in povertà educativa incontrano negli studi in ambito STEM e nell’uso degli strumenti digitali, comprendono:

  • l’assenza di un sostegno culturale ed economico da parte della famiglia che permetta loro di proseguire gli studi o la carriera in questi settori;
  • la mancanza di autostima (la paura di “non raggiungere gli standard” e, nel caso delle ragazze “non sentirsi all’altezza”) e motivazione (“la difficoltà di rispettare un impegno a lungo termine” e “l’inadeguatezza per quanto riguarda gli strumenti digitali”);
  • l’insufficiente accesso alla tecnologia che rende i ragazzi e, soprattutto le ragazze, meno sicuri delle proprie capacità nell’utilizzo degli strumenti digitali. 

Le scelte stereotipate di bambine e bambini nascono e vengono rafforzate all’interno della comunità di origine. La situazione economica di provenienza, la condizione di povertà educativa e materiale, e la mancanza di strutture pubbliche che incoraggiano la crescita delle giovani generazioni, influenza le aspirazioni di bambine e bambini. Ciò si interseca con gli stereotipi di genere che impediscono, specialmente alle bambine, di espandere i propri orizzonti verso settori che “non sono adatti alle ragazze”. 


Stereotipi di genere: la parola bambine/i

Le ragazze e i ragazzi hanno dimostrato di essere consapevoli circa i “diritti di uguaglianza di genere”. Riconoscono che ragazze e ragazzi hanno uguali competenze in matematica e nelle discipline STEM e che tutti e tutte dovrebbero avere le stesse opportunità ed essere trattati e trattate allo stesso modo. 
 
Allo stesso modo, però, sono consapevoli del fatto che spesso ciò non accade, e che 
le ragazze e le donne vengono discriminate nel mondo del lavoro e nella vita. Comprendere queste affermazioni, consolidarle e stimolare i bambini e le bambine ad ampliare lo sguardo su problemi e possibili soluzioni li aiuterebbe a diventare più consapevoli da adulti e nelle scelte future.
 

Dietro ogni scelta, dovremo sempre e comunque educare i nostri bambini e bambini, ragazzi e ragazze a consolidare l’idea che per superare questo GENDER GAP, dobbiamo partire da subito.

Dobbiamo continuare ad arricchirci reciprocamente e divulgare il più possibile che il genere, non può e non deve produrre differenza di opportunità né di studio e né di lavoro futuro.


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