AstroRubrica: l'enigma dei buchi bianchi

Elisa Goffo • 29 ottobre 2024

I buchi bianchi sono oggetti misteriosi, previsti dalle stesse equazioni della relatività generale di Einstein che spiegano i buchi neri. Sebbene si abbiano prove concrete dell'esistenza dei buchi neri, i buchi bianchi non sono mai stati osservati e rimangono un enigma.

Cosa sono i buchi bianchi?

Per capire cosa siano i buchi bianchi, dobbiamo partire dai loro “gemelli” opposti: i buchi neri. Tra gli oggetti più affascinanti del cosmo, i buchi neri hanno catturato la curiosità di scienziati e publico per decenni. Una prima evidenza indiretta della loro esistenza risale agli anni 70', ben 55 anni dopo che Einstein formulò la teoria della relatività generale, che descrive come materia ed energia influenzino la curvatura dello spazio-tempo. La prima foto di un buco nero è stata pubblicata nel 2019 ed è il risultato di un progetto chiamato Event Horizon Telescope (EHT). 

Questa storica immagine mostra il buco nero supermassiccio al centro della galassia M87, circondato da un anello di luce, che rappresenta la radiazione emessa dal gas riscaldato vicino all'orizzonte degli eventi. La foto ha rappresentato un importante passo avanti nella nostra comprensione dell'universo e dei buchi neri, fornendo prove visive della loro esistenza.

Un buco nero è una regione di spazio in cui la gravità è talmente intensa che nulla, nemmeno la luce, può sfuggirvi. Si forma quando una stella massiccia esaurisce il suo combustibile nucleare, collassando su se stessa fino a creare una singolarità, un punto in cui le leggi della fisica come le conosciamo smettono di funzionare. La singolarità è avvolta dall’orizzonte degli eventi, il limite oltre il quale nulla può più tornare indietro.

Se invertiamo la direzione del tempo nell'equazione che descrive i buchi neri, otteniamo un buco bianco: l’esatto opposto di un buco nero. Mentre tutto ciò che entra in un buco nero non può più uscire, un buco bianco respinge tutto ciò che si avvicina, e nulla può entrare.

 

La soluzione matematica di Schwarzschild

Nel 1916, il matematico Karl Schwarzschild trovò una soluzione alle equazioni di Einstein per descrivere il campo gravitazionale attorno a un corpo massiccio, nota come "metrica di Schwarzschild". Questa soluzione prevede l’esistenza di un orizzonte degli eventi, oltre il quale nulla può sfuggire alla gravità di un buco nero. Tuttavia, Schwarzschild scoprì anche una soluzione che descriveva un oggetto con proprietà opposte: un buco bianco. I buchi bianchi condividono l’orizzonte degli eventi dei buchi neri, ma con la differenza che la materia e la luce sono respinte e nulla può entrare.



I buchi bianchi esistono?

A differenza dei buchi neri, i buchi bianchi rimangono puramente teorici. Non sono mai stati osservati, e non ci sono prove della loro esistenza nell’universo. Molti scienziati dubitano che possano esistere realmente, dato che non esistono meccanismi noti in grado di crearli, come invece accade per i buchi neri.

Teorie e speculazioni

Esistono diverse teorie affascinanti sui buchi bianchi. Alcuni ipotizzano che un buco bianco possa essere collegato a un buco nero tramite un “ponte di Einstein-Rosen” o wormhole, creando un tunnel tra due regioni distanti dell’universo. Altri propongono che il Big Bang, che ha dato origine al nostro universo, possa essere stato un evento simile a un’esplosione di un buco bianco, con materia e energia espulse da una singolarità.

I buchi bianchi rimangono uno dei grandi misteri dell’astrofisica moderna, un intrigante enigma che sfida la nostra comprensione dell’universo. Gli scienziati continuano a esplorare le possibilità e a cercare prove, ma per ora i buchi bianchi restano nel mondo delle teorie.

Condividi

Missione KA-01 per il lancio della costellazione satellitare del Project Kuiper di Amazon
Autore: AstroBenny (Bendetta Facini) 23 aprile 2025
Il 29 aprile , United Launch Alliance (ULA) lancerà in orbita il primo gruppo di satelliti della costellazione satellitare del Project Kuiper di Amazon . La missione è denominata “KA-01” (Kuiper Atlas 1) e verrà lanciata con un razzo Atlas V nella configurazione 511 dal complesso di lancio SLC-41 della storica base di Cape Canaveral Space Force Station in Florida.
Tecnologie e metodi per una rimozione tempestiva e sicura dei detriti spaziali
Autore: Giovanni Garofalo 18 aprile 2025
L'Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha pubblicato il "Zero Debris Technical Booklet" il 15 gennaio 2025, un documento fondamentale che delinea le tecnologie necessarie per raggiungere l' obiettivo di Zero Debris entro il 2030 . Questo è il risultato di una collaborazione tra ingegneri, operatori, giuristi, scienziati ed esperti di politica, tutti membri della comunità Zero Debris, composta dai firmatari della Zero Debris Charter. (European Space Agency, 2024)
Immagine straordinaria del disco protoplanetario HH 30 catturata dal telescopio spaziale WEBB
Autore: Tiziana Cardone 15 aprile 2025
Il telescopio spaziale James Webb (NASA/ESA/CSA) ha catturato un'immagine straordinaria del disco protoplanetario HH 30 , situato nella nube molecolare del Toro, all'interno della nube oscura LDN 1551. Questo disco, osservato di taglio, è circondato da getti e venti discali, offrendo una visione senza precedenti dei processi di formazione planetaria.
Isar Aerospace missione “Going Full Spectrum”
Autore: Simone Semeraro 10 aprile 2025
Isar Aerospace inaugura la collaborazione con il programma spaziale privato europeo con la missione “Going Full Spectrum” . Il 30 marzo 2025, il razzo Spectrum prende per la prima volta il volo dallo spazioporto norvegese di Andøya. Dopo due rinvii dalla settimana precedente per condizioni meteo avverse, il decollo è avvenuto alle 12.30 ora locale.
Missione Soyuz MS-27 verso la ISS
Autore: AstroBenny (Benedetta Facini) 8 aprile 2025
La missione Soyuz MS-27 è stata lanciata con successo nella mattinata dell’8 aprile 2025, dal Cosmodromo di Baikonur in Kazakistan a bordo di un lanciatore russo Soyuz.
Habitat extraterresti per astronauti nelle missioni a lunga permanenza
Autore: Marilisa Pischedda 4 aprile 2025
L’esplorazione spaziale si evolve e richiede lo sviluppo di nuove tecnologie per poter essere supportata. I sistemi robotici inglobano nuove tecnologie consolidate sulla Terra, adattandole e perfezionandole all’impiego nello spazio, ma spesso è la necessità di trovare soluzioni a situazioni e problematiche tipiche dell’ambiente spaziale, a far sì che vengano sviluppate nuove tecnologie, che poi trovano impiego anche nelle applicazioni terrestri. Considerazione che non esula l’ esplorazione spaziale umana , con requisiti ancora più stringenti, da rivalutare in base all’ambiente in cui ci si trova ad operare. Vuoto, microgravità, tipologia di orbita, pianeta o corpo celeste, radiazioni e temperatura sono solo alcuni dei parametri che dettano fortemente le condizioni al contorno di una missione. Ad oggi pensiamo agli astronauti come a quella piccola parte di umanità che dal 2000 vive continuativamente al di fuori del nostro pianeta, se pur con alternanza di equipaggio a circa 400 km di quota dalla superficie terrestre. Eppure, quella condizione di microgravità che si sperimenta a bordo della ISS, non sarà perpetua e gli scenari futuri si stanno già delineando. I programmi di esplorazione spaziale parlano chiaro: andremo oltre l’orbita terrestre , sulla Luna, per testare e validare quelle tecnologie che ci consentiranno di spingerci oltre, anche verso il pianeta rosso. Ci spostiamo dunque dall’orbita terrestre a quella lunare, e da qui alla sua superficie, passo che comporterà lo stabilirsi di un insediamento in condizioni differenti da quelli sperimentati attualmente dagli astronauti.
Come la missione Euclid cerca la materia oscura
Autore: Elisa Goffo 1 aprile 2025
La materia oscura è certamente una delle componenti più misteriose dell'universo. Sebbene sia invisibile e la sua natura sia sconosciuta, costituisce circa il 25% dell'universo , una quantità di gran lunga superiore a quella della materia ordinaria visibile. Non possiamo osservarla direttamente, né sappiamo di cosa sia fatta. L'unico modo per scoprirlo è attraverso i suoi effetti gravitazionali . Per svelarne i segreti, l'Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha lanciato la missione Euclid nel 2023, con l'obiettivo di creare la più grande mappa tridimensionale dell'universo . Tracciando le posizioni di miliardi di galassie e misurando il fenomeno delle lenti gravitazionali, Euclid ci aiuterà a comprendere come la materia oscura sia distribuita nel cosmo e come influisca sull'evoluzione delle galassie.
Navigazione aerea: dalla radioassistenza terrestre ai sistemi satellitari
Autore: Gabriele Dessena 27 marzo 2025
Vi siete mai chiesti come fanno gli aeroplani a orientarsi nel cielo, specialmente di notte o in condizioni meteorologiche avverse? La risposta è nelle radioassistenze : una rete invisibile, ma essenziale, di segnali radio che guidano i velivoli lungo rotte precise e sicure. Benché oggi la tecnologia satellitare abbia rivoluzionato il settore, questi sistemi terrestri rimangono cruciali per garantire sicurezza, affidabilità e ridondanza, soprattutto in casi estremi o emergenze.
Orbita: Firefly Aerospace missione demo per Lockheed Martin, Rocket-lab satelliti per OroraTech
Autore: AstroBenny (Benedetta Facini) 25 marzo 2025
Mercoledì 26 marzo Firefly Aerospace lancerà una missione demo per Lockheed Martin mentre, circa un’ora dopo, Rocket Lab lancerà otto satelliti per l’azienda tedesca OroraTech. Il lancio di Firefly Alpha FLTA006 (sopranominata “ Message in a Booster ”) è la seconda missione che Firefly lancia per Lockheed Martin. Questa missione avrà il compito di portare in orbita il modello demo del LM 400 di Lockheed Martin, una piattaforma satellitare multi-missione progettata per ridurre i costi e rischi di lancio dei satelliti.
costellazione di satelliti HERMES per monitoraggio e trasmissione
Autore: Liliana Balotti 21 marzo 2025
La costellazione HERMES Pathfinder (High Energy Rapid Modular Ensemble of Satellites) dell'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) è stata lanciata con successo il 15 Marzo, alle 7:43 ora italiana, durante la missione Transporter 13 di SpaceX. Il lancio è avvenuto dalla Vandenberg Space Force Base (VSFB) in California, USA. I sei Cubesat della costellazione sono stati integrati su una piattaforma di rilascio ION, sviluppata dalla società D-Orbit, e posizionati su un vettore Falcon 9. Collocati su un'orbita eliosincrona a un'altitudine di circa 500-520 km e con un'inclinazione di 97,44 gradi, i nanosatelliti saranno dispiegati gradualmente, uno al giorno, circa una settimana dopo il lancio.
Show More