Il mio primo telescopio

Andrea Vanoni • 29 gennaio 2024

Come acquistare il primo telescopio?

La scelta del primo telescopio è certamente fonte di dubbi e perplessità, soprattutto per un novizio che si avvicina all’affascinante mondo dell’astronomia: già con una rapida ricerca nel web, si possono incontrare numerosissimi modelli che possono far sorgere non poche domande, una fra tutte:” quale differenza vi è tra uno e l’altro?”. In questo articolo andremo a conoscere le due categorie principali con alcuni consigli per iniziare.


Gli schemi ottici che vengono solitamente più usati per realizzare i telescopi amatoriali si distinguono principalmente in due tipi: i telescopi rifrattori e i telescopi riflettori.


Telescopi Rifrattori

Telescopio rifrattore su montatura equatoriale

I telescopi rifrattori sono costituiti da un lungo tubo chiuso sulla cui estremità frontale vengono installate due lenti che hanno la funzione di scomporre e ricomporre la luce che raccolgono.

Nell’uso amatoriale non raggiungono grandi aperture: difficilmente si trovano modelli che superino i 15 cm di diametro in quanto, oltre alle dimensioni che diventerebbero eccessivamente ingombranti, il costo per realizzare rifrattori a grande apertura non compenserebbe con i risultati ottenuti. Il loro utilizzo principale è il “planetario”, cioè l’osservazione della Luna, dei pianeti, e l’osservazione di stelle doppie: il telescopio rifrattore infatti, data la piccola apertura, risulta inadatto all’ osservazione di oggetti del profondo cielo come le galassie.


Esistono 2 sottotipi di questo telescopio: i rifrattori acromatici (figura1) e i rifrattori apocromatici. La differenza sostanziale tra questi due sistemi (oltre al prezzo) risiede nella capacità di mettere a fuoco nello stesso punto due colori contemporaneamente (nei rifrattori acromatici) oppure 3 (nei rifrattori apocromatici).

Per meglio comprendere il funzionamento e le differenze delle 2 ottiche occorre attingere qualche nozione dall’ottica: le lenti, in generale, scompongono la luce nei tre colori RGB, rosso, verde e blu. Questi 3 colori vengono successivamente ricomposti sul piano focale.

Il rifrattore di tipo ACROMATICO ricompone solo 2 di questi colori (lunghezze d’onda) con la conseguenza che gli oggetti osservati presenteranno un’aberrazione cromatica che consiste nel vedere un colore scuro ai bordi degli oggetti osservati;

nell’ottica APOCROMATICA invece, vengono ricomposti tutti e 3 i colori e dunque i colori scuri sono assenti, presentando un’immagine decisamente più incisa e contrastata. L’apocromatico, quindi, combina 2 diverse lenti, come nell’acromatico, ma dispone di uno o più elementi “correttivi” che riducono quasi a zero l’aberrazione cromatica.

Di conseguenza, a parità di diametro, un rifrattore apocromatico è decisamente molto più costoso, anche fino a 10 volte tanto, rispetto a un rifrattore acromatico tradizionale. Tuttavia, esistono in commercio degli accessori che permettono di correggere e di migliorare alcuni limiti che affliggono i rifrattori acromatici, anche se l’impiego di un apocromatico, anche se più costoso, è sempre consigliabile rispetto a una soluzione “corretta”.

I rifrattori apocromatici, proprio per le loro caratteristiche, sono i più gettonati e i più consigliati nel campo dell’astrofotografia: limitarsi solo a un uso “visuale” minimizzerebbe molto le potenzialità di questi strumenti. 


Telescopi Rifrattori

telescopio riflettore (newton) su montatura equatoriale

Rispetto ai rifrattori, i telescopi riflettori sono più facili da costruire. Sono costituiti da uno specchio parabolico (o iperbolico, come nei telescopi Ritchey-Cretién), detto primario, che ha la funzione di raccogliere la luce e di convogliarla nel punto di fuoco della parabola e da uno specchio secondario. Vi sono diverse configurazioni, diversificate per usi, costi, pregi e difetti.


I riflettori newtoniani hanno un rapporto focale abbastanza corto, che generalmente si attesta su un valore di 5-6. Il loro principale utilizzo è certamente il planetario e il profondo cielo, in quanto riesce a risolvere oggetti anche poco luminosi proprio in virtù del suo rapporto focale. L’uscita visuale è posizionata vicino alla testa del tubo grazie a uno specchio di 90° che fa uscire lateralmente l’immagine nell’oculare. Vengono prodotti con diametri importanti, dai 15 cm in su, con alcuni modelli che arrivano ad avere un diametro di 30 o anche 50 cm.

Il difetto importante che affligge questo schema ottico è il COMA, un particolare difetto ottico che causa, ai bordi del campo visivo, una forma allungata delle stelle (che assomigliano a delle comete, da qui il nome coma) e che si può correggere applicando degli opportuni correttori. Questo difetto è tanto maggiore quanto più è corta la focale dello strumento. Di contro, un telescopio newton ha solitamente costi molto contenuti rispetto ai “colleghi” di pari diametro, con un ottimo rapporto qualità prezzo, cosa che lo rende molto appetibile anche come primo strumento.

Le immagini , cioè quelle attorno al centro del campo visivo sono pressoché perfette, a meno che non vi siano evidenti difetti ottici di fabbricazione.


Questo schema ottico è utilizzato, anche per la realizzazione dei cosiddetti telescopi “Dobson”, che non sono altro che riflettori newtoniani ma che vengono usati usando una montatura “a terra”, cioè semplicemente ancorando lo strumento a una base (solitamente in legno) appoggiata per terra, in modo da poter muovere lo strumento a proprio piacimento su entrambi gli assi ed avere una maneggevolezza notevole, pur se con uno strumento pesante e ingombrante. Particolarmente adatti e apprezzati per gli oggetti più lontani e, in particolare, per gli oggetti del profondo cielo, abbinati a oculari adatti a questo scopo vi offriranno visioni difficilmente replicabili con altri strumenti.



telescopio riflettore (newton) in configurazione Dobson

Fatta questa distinzione di base (vi sono altre categorie ma poco consigliate per chi inizia) per chi si vuole AVVICINARE a questa è disciplina senza spendere eccessivamente, il mio consiglio è quello di prendere o un piccolo rifrattore ACROMATICO (70-80-90mm di diametro) o un piccolo telescopio newton su configurazione newton o dobson (114/130/150mm). La cosa più importante da tenere conto è che, per rimanere accorti dal punto di vista economico, questi telescopi non possiedono motorizzazione (che aumenterebbe il prezzo) e quindi gli oggetti vanno cercati e inseguiti servendosi di atlanti o app per il cellulare. E’ però un modo sicuramente affascinante ed estremamente didattico per iniziare ad esplorare il cielo togliendosi non poche soddisfazioni.


Il consiglio successivo è quello di affidarsi ad esperti del settore, partecipando a serate organizzate dalle associazioni astrofile di zona, dove potrete toccare con mano questi telescopi e farvi consigliare adeguatamente. L’importante come dico sempre, è non farsi prendere dalla fretta e scegliere con saggezza.


Spero che questo piccolo articolo possa essere utile per chi si avvicina alla visione del cielo stellato, curioso di esplorare l’universo con occhi sempre nuovi!


Condividi

Verità sulle scie chimiche: la scienza ci aiuta a distinguere la realtà dal mito
Autore: Gabriele Dessena 12 giugno 2025
Negli ultimi anni, si sono moltiplicate le voci su presunti complotti legati alle scie lasciate dagli aerei in alta quota . Molti chiamano queste tracce scie chimiche (chemtrails in inglese), ipotizzando che contengano sostanze misteriose o pericolose disperse intenzionalmente. In realtà, dietro a queste linee bianche che solcano il cielo si cela una spiegazione molto più semplice e, soprattutto, scientificamente fondata .
Con l’aumento della congestione orbitale, l’evitamento delle collisioni diventa sempre più complesso
Autore: Giovanni Garofalo 4 giugno 2025
L'Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha pubblicato il "Zero Debris Technical Booklet" il 15 gennaio 2025, un documento fondamentale che delinea le tecnologie necessarie per raggiungere l'obiettivo di Zero Debris entro il 2030. Questo è il risultato di una collaborazione tra ingegneri, operatori, giuristi, scienziati ed esperti di politica, tutti membri della comunità Zero Debris, composta dai firmatari della Zero Debris Charter. (European Space Agency, 2024)
Sfide e record delle sonde di esplorazione spaziali Voyager1 e Voyager 2
Autore: Simone Semeraro 28 maggio 2025
Nessun altro oggetto artificiale ha mai raggiunto la distanza che la sonda Voyager 1 ha percorso dal suo lancio. Quasi 25 miliardi di chilometri percorsi in 48 anni di viaggio . Ad oggi, Voyager 1 e la sua gemella, Voyager 2, sono gli unici costrutti terrestri ad aver oltrepassato l’eliosfera, rispettivamente nel 2012 e nel 2018. Ripercorriamo insieme i momenti salienti ed il fine ultimo della missione Voyager.
Autore: AstroBenny (Benedetta Facini) 20 maggio 2025
SpaceX ha annunciato di aver ottenuto i permessi dalla FAA per effettuare un altro test del sistema razzo-navicella Starship Super Heavy (Starship è la navicella-secondo stadio e il booster è chiamato Super Heavy) Il lancio è previsto per il 26 maggio 2025 alle 1:30 (ora italiana) dallo spazioporto Starbase a Boca Chica, Texas.
Un affascinante viaggio dell'universo in espansione, attraverso scoperte e misteri da risolvere.
Autore: Elisa Goffo 15 maggio 2025
Da 13,8 miliardi di anni, da quando è nato, l'universo è in continua espansione. Questa espansione non è semplicemente un allontanamento delle galassie l'una dall'altra, ma uno stiramento dello spaziotempo stesso, il tessuto quadridimensionale che costituisce il nostro universo.
Nascita dell’Agenzia Spaziale Africana: AfSA
Autore: Liliana Balotti 13 maggio 2025
La nascita dell’Agenzia Spaziale Africana (AfSA) rappresenta un momento storico: non è solo un passo simbolico verso l’esplorazione spaziale. Questo progetto nasce non solo per partecipare alla corsa spaziale globale, ma per utilizzare la tecnologia spaziale al servizio dello sviluppo sostenibile e dell’integrazione africana , è una risposta concreta alle sfide del continente, che cerca nello spazio soluzioni per l’ambiente, l’agricoltura, l’educazione e la gestione delle risorse naturali. Negli ultimi decenni, diversi Paesi africani hanno avviato programmi spaziali propri: la Nigeria con l’agenzia National Space Research and Development Agency (NASDRA), ha costruito e lanciato satelliti per l’osservazione della Terra. Il Sudafrica è diventato un punto di riferimento nella radioastronomia. L’Egitto ha realizzato i suoi primi satelliti scientifici e nel nel 1998 ha lanciato il primo satellite africano. Da allora, 18 paesi africani hanno lanciato altri 63 satelliti e molte nazioni africane hanno implementato i propri programmi spaziali a beneficio della propria popolazione. E l’’Algeria con l’Agence Spatiale Algerienne (ASAL).
La fasi del ciclo solare: dal minimo solare al declino
Autore: Andrea Vanoni 8 maggio 2025
I cicli solari sono un fenomeno naturale che descrive le variazioni dell’attività del Sole nel tempo, influenzando non solo il nostro sistema solare, ma anche il clima terrestre e le tecnologie che utilizziamo quotidianamente. I cicli solari sono periodi di attività solare caratterizzati da variazioni nel numero di macchie solari e nelle emissioni di radiazione . Questi cicli seguono un andamento che si ripete approssimativamente ogni 11 anni, anche se la durata può variare. Sono prodotti da dinamiche interne al Sole, in particolare dai movimenti del plasma e dai campi magnetici. Le fasi del ciclo solare Un ciclo solare passa attraverso diverse fasi: 1. Minimo Solare : Durante questa fase, il numero di macchie solari è ridotto. L' attività solare è al suo livello più basso e si possono osservare meno esplosioni di energia e di radiazione.
Minimum Equipment List (MEL) e la Configuration Deviation List (CDL) per volare sicuri
Autore: Gabriele Dessena 8 maggio 2025
Nell'immaginario collettivo, un aereo pronto al decollo deve essere perfettamente integro e funzionante in ogni sua parte. Tuttavia, la realtà operativa dell'aviazione civile è più flessibile, grazie a strumenti normativi come la Minimum Equipment List (MEL) e la Configuration Deviation List (CDL) . Questi documenti permettono, in determinate condizioni, di operare voli anche quando alcuni componenti non sono funzionanti o risultano mancanti, garantendo comunque la sicurezza del volo.
Coppia di sonde verso Marte per la NASA con la missione chiamata ESCAPADE
Autore: AstroBenny (Benedetta Facini) 7 maggio 2025
La NASA si prepara a inviare una coppia di sonde verso Marte con una missione chiamata ESCAPADE (Escape and Plasma Acceleration and Dynamics Explorers). L’obiettivo è di studiare come l’ atmosfera del Pianeta Rosso sia stata progressivamente dispersa nello spazio, fornendo indizi cruciali sulla trasformazione di Marte da mondo potenzialmente abitabile a pianeta arido. La missione ESCAPADE utilizzerà due sonde identiche sviluppate da Rocket Lab , soprannominate Blue e Gold , che orbiteranno attorno a Marte in formazione; raccoglieranno dati in simultanea ma da diversi punti della magnetosfera marziana.
Rubrica Edu-STEM:  Gamification e STEM - imparare giocando
Autore: Daniela Giannoccaro 5 maggio 2025
Negli ultimi anni, la gamification — l'applicazione di meccaniche di gioco in contesti non ludici, come l'istruzione — sta guadagnando sempre più terreno nel mondo della didattica, in particolare nell'insegnamento delle discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica). In un'epoca in cui l'attenzione degli studenti è spesso frammentata e la competizione con le distrazioni digitali è serrata, introdurre dinamiche di gioco nei percorsi educativi rappresenta una strategia efficace per coinvolgere, motivare e far apprendere in modo più profondo.  Quando il gioco diventa un motore per la curiosità scientifica Elementi come sfide, livelli da superare, premi virtuali, classifiche e badge non sono semplici decorazioni, ma strumenti potenti per rendere l'apprendimento più attivo e partecipativo. La matematica, la scienza, la programmazione e l’ingegneria, materie che spesso risultano astratte o complesse, diventano più accessibili e stimolanti quando proposte sotto forma di gioco. Questo approccio consente agli studenti di apprendere in modo naturale e intuitivo, attraverso l'esperienza diretta, la sperimentazione e il problem solving .
Show More