Asteroidi: come evitare vittime e danni collaterali
L'Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha pubblicato il "Zero Debris Technical Booklet" il 15 gennaio 2025, un documento fondamentale che delinea le tecnologie necessarie per raggiungere l'obiettivo di Zero Debris entro il 2030. Questo è il risultato di una collaborazione tra ingegneri, operatori, giuristi, scienziati ed esperti di politica, tutti membri della comunità Zero Debris, composta dai firmatari della Zero Debris Charter. (European Space Agency, 2024)

Il documento identifica sei obiettivi tecnologici chiave, tra cui: prevenire il rilascio di nuovi detriti, migliorare la sorveglianza del traffico spaziale e approfondire la conoscenza degli effetti dei detriti spaziali. Questo sforzo collettivo rappresenta un passo significativo verso un futuro sostenibile nello spazio, promuovendo una collaborazione internazionale per la salvaguardia dell'ambiente orbitale terrestre. In questo articolo ci si focalizzerà principalmente sulla prevenzione del rilascio dei detriti ad opera di collisioni.
Gli albori del rischio
Fin dagli albori dell’attività spaziale, i detriti derivanti da satelliti, razzi e altri oggetti in orbita hanno rappresentato un rischio potenziale durante il loro rientro nell’atmosfera terrestre. Per decenni, la probabilità che questi frammenti colpissero persone o infrastrutture a terra è stata considerata trascurabile. Tuttavia, con l’aumento esponenziale del traffico spaziale e il crescente numero di oggetti in orbita, anche i rischi associati ai rientri non controllati sono aumentati. In passato, si sono registrati alcuni eventi noti, come il rientro incontrollato della stazione spaziale Skylab nel 1979 o quello del razzo cinese Long March 5B nel 2020, che hanno sollevato l’attenzione pubblica e istituzionale sul problema. Anche se finora non ci sono state vittime confermate, diversi episodi hanno mostrato quanto sia reale il pericolo, soprattutto in aree densamente popolate. Per questo oggi la comunità spaziale internazionale si sta impegnando per ridurre al minimo – e idealmente azzerare – il rischio di vittime umane dovute al rientro di oggetti dallo spazio.

Migliore valutazione del rischio
Il rischio di vittime per la popolazione e le infrastrutture umane è in aumento a causa del crescente numero di oggetti che rientrano nell’atmosfera terrestre. Le attuali capacità di simulazione presentano limitazioni note e mancano di standardizzazione. Per raggiungere l'obiettivo “zero vittime” (già esiguo) derivanti dal rientro di oggetti spaziali, è necessario uno sforzo coordinato e collaborativo nei seguenti ambiti:
· Metodi e modelli per la valutazione del rischio di rientro;
· Soluzioni progettuali per ridurre i rischi da rientro non controllato;
· Miglioramento delle soluzioni di rientro controllato per una maggiore affidabilità, impatto ridotto e maggiore efficienza dei costi.
Esigenze e soluzioni individuate nel report:
Tutti gli attori del settore spaziale devono garantire che i veicoli spaziali siano progettati con una maggiore capacità di distruggersi completamente durante il rientro atmosferico, per ridurre i rischi legati al rientro non controllato e il numero di frammenti che raggiungono il suolo. Sono state individuate le seguenti soluzioni per soddisfare questa esigenza:
· Sviluppo di tecnologie per il "Design for Demise" (progettazione per la distruzione in atmosfera);
· Miglioramenti a livello di sistema e sottosistema (materiali, strutture, attrezzature, carichi utili);
· Tecnologie che considerino l’impatto ambientale.

La sfida del rientro controllato
Il rientro controllato è una delle strategie più efficaci per ridurre il rischio di vittime derivanti dalla caduta di oggetti spaziali. A differenza del rientro non controllato, permette di guidare l’oggetto verso zone sicure, come aree oceaniche disabitate. Tuttavia, la sua implementazione su larga scala è ancora limitata a causa dell’impatto tecnico e operativo che comporta. Molti veicoli spaziali attuali non sono progettati con sufficiente flessibilità per gestire scenari di fine vita come il rientro controllato, e questo limita l’adozione sistematica di questa soluzione più sicura.

L’implementazione del rientro controllato riduce significativamente il rischio di vittime, ma affronta sfide legate alla sua adozione su larga scala a causa degli impatti tecnici rilevanti sui sistemi. Le architetture spaziali attuali spesso non sono abbastanza flessibili per gestire diversi scenari di fine missione, come il rientro controllato. Soluzioni proposte per affrontare il problema:
· Sviluppare architetture di veicoli spaziali adattabili, come i moduli di fine missione flessibili (es. motori a propellente solido, kit di deorbitazione adattabili a missioni diverse);
· Maggiore capacità di controllo AOCS (Attitude and Orbit Control System) a quote basse, per ridurre la spinta necessaria all’ultima manovra:
· Valutazione dei compromessi propulsivi già nelle fasi iniziali di progettazione, per scegliere soluzioni compatibili con i vincoli e gli obiettivi della missione.
Minimizzazione degli impatti dei detriti sulla popolazione umana e sulle infrastrutture
Con il costante aumento del numero di satelliti e detriti spaziali in orbita, cresce anche la quantità di oggetti che rientrano nell’atmosfera terrestre. Sebbene molti si disintegrino durante il rientro, alcuni frammenti possono sopravvivere e raggiungere il suolo. Questo rappresenta una minaccia crescente, in particolare considerando l’aumento della densità della popolazione umana e la diffusione di infrastrutture critiche su scala globale. L’obiettivo, oggi più che mai, è ridurre al minimo il rischio per le persone e i beni a terra, attraverso una gestione più precisa e coordinata dei rientri.

I detriti in rientro rappresentano un rischio per le popolazioni umane, soprattutto in un contesto di crescita sia demografica sia riguardante il numero di oggetti spaziali rientranti. Le soluzioni proposte:
· Rafforzare il coordinamento delle operazioni di rientro di veicoli spaziali e detriti. Lo scopo è ridurre il rischio di vittime e minimizzare i potenziali danni alle infrastrutture.
Per fare ciò, è obbligatorio:
1. Sviluppare un sistema di allerta standard per notificare gli oggetti che si prevede non si distruggeranno completamente;
2. Valutare gli impatti dei rientri sulla gestione del traffico aereo e marittimo;
3. Aumentare la frequenza e la precisione del tracciamento dei detriti, per ridurre il rischio per la popolazione e/o le infrastrutture. Infatti, se si considera il miglioramento della precisione dei corridoi di rientro, per consentire la creazione di corridoi aggiuntivi più sicuri.
Conclusioni
La crescente attività spaziale, accompagnata da un numero sempre maggiore di oggetti in orbita, rende urgente e imprescindibile l’adozione di misure concrete per garantire la sicurezza delle persone e delle infrastrutture a terra. Il rientro di satelliti, lanciatori e detriti spaziali non è più un evento raro, e il rischio associato – seppur statisticamente contenuto – aumenta con la densità della popolazione globale e la complessità delle infrastrutture moderne. Affrontare questo rischio richiede un approccio integrato e multilivello:
· Migliorare i materiali, le tecnologie e le tecniche di progettazione che favoriscano la distruzione completa degli oggetti in atmosfera.
· Adottare il rientro controllato come soluzione prioritaria, sviluppando piattaforme più flessibili, propulsione efficiente e sistemi in grado di gestire il fine missione in sicurezza.
· Potenziare il tracciamento, la modellazione e l’allerta per monitorare i rientri, prevederne l’impatto e intervenire con tempestività, anche in coordinamento con i settori aereo e marittimo.
· Standardizzare strumenti e procedure, per facilitare la cooperazione internazionale e rendere le soluzioni tecnologiche più accessibili e replicabili tra operatori e agenzie.
Infine, per perseguire l’obiettivo condiviso di “zero vittime” da rientri spaziali, è fondamentale rafforzare la collaborazione globale tra istituzioni, industria e comunità scientifica. Solo con un impegno congiunto e sostenuto sarà possibile garantire uno sviluppo spaziale sicuro, responsabile e sostenibile, sia per le generazioni presenti che future.


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