Missione Minerva
Marilisa Pischedda • 5 marzo 2022

"Minerva" è il nome della missione che vedrà coinvolta l'astronauta Samantha Cristoforetti sulla International Space Station, ispirata alla dea romana della sapienza, della saggezza e delle arti utili.
Il nome della missione è un omaggio alle competenze degli uomini e delle donne che rendono possibili i voli spaziali.
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๐น๏ธMinerva è spesso raffigurata con il suo sacro gufo, una caratteristica riprodotta dal grafico Karen Oldenburg dell'ESA, dove l'occhio è realizzato da una falce di Luna gialla accostata ad una bianca Terra.
๐น๏ธIl becco è invece ispirato alla ISS, ai suoi pannelli solari in particolare, e tramite le due linee rimarca la seconda missione dell'astronauta ESA, espressa in numeri romani.
๐น๏ธLe line blu del corpo del gufo sono morbide e sinuose, incoraggiano al raggiungimento dello spazio profondo, la sfida futura.
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Durante il viaggio verso l'orbita, Samantha ricoprirà il ruolo di specialista di missione insieme ai tre astronauti della NASA, Kjell Lindgren, comandante di missione, Robert Hines, pilota, e Jessica Watkins, collega specialista di missione.
Una volta a bordo della Stazione Spaziale, avrà ufficialmente inizio la missione "Minerva", che vedrà ๐ฆ๐ฎ๐บ๐ฎ๐ป๐๐ต๐ฎ ๐ป๐ฒ๐น ๐ฟ๐๐ผ๐น๐ผ ๐ฑ๐ถ ๐น๐ฒ๐ฎ๐ฑ๐ฒ๐ฟ ๐ฑ๐ฒ๐น ๐ฆ๐ฒ๐ด๐บ๐ฒ๐ป๐๐ผ ๐ข๐ฟ๐ฏ๐ถ๐๐ฎ๐น๐ฒ ๐๐บ๐ฒ๐ฟ๐ถ๐ฐ๐ฎ๐ป๐ผ (๐จ๐ฆ๐ข๐ฆ), responsabile di tutte le operazioni all'interno del segmento orbitale statunitense.
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Il ruolo di comandante della ISS per la Cristoforetti era contemplato all'interno della Spedizione 68, slittata in avanti.
La spedizione della Crew4 è stata anticipata con la missione "Minerva" che rientra, invece, nella Spedizione 67 della ISS.
Credits: ESA
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L'Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha pubblicato il "Zero Debris Technical Booklet" il 15 gennaio 2025, un documento fondamentale che delinea le tecnologie necessarie per raggiungere l' obiettivo di Zero Debris entro il 2030 . Questo è il risultato di una collaborazione tra ingegneri, operatori, giuristi, scienziati ed esperti di politica, tutti membri della comunità Zero Debris, composta dai firmatari della Zero Debris Charter. (European Space Agency, 2024)

Il telescopio spaziale James Webb (NASA/ESA/CSA) ha catturato un'immagine straordinaria del disco protoplanetario HH 30 , situato nella nube molecolare del Toro, all'interno della nube oscura LDN 1551. Questo disco, osservato di taglio, è circondato da getti e venti discali, offrendo una visione senza precedenti dei processi di formazione planetaria.

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L’esplorazione spaziale si evolve e richiede lo sviluppo di nuove tecnologie per poter essere supportata. I sistemi robotici inglobano nuove tecnologie consolidate sulla Terra, adattandole e perfezionandole all’impiego nello spazio, ma spesso è la necessità di trovare soluzioni a situazioni e problematiche tipiche dell’ambiente spaziale, a far sì che vengano sviluppate nuove tecnologie, che poi trovano impiego anche nelle applicazioni terrestri. Considerazione che non esula l’ esplorazione spaziale umana , con requisiti ancora più stringenti, da rivalutare in base all’ambiente in cui ci si trova ad operare. Vuoto, microgravità, tipologia di orbita, pianeta o corpo celeste, radiazioni e temperatura sono solo alcuni dei parametri che dettano fortemente le condizioni al contorno di una missione. Ad oggi pensiamo agli astronauti come a quella piccola parte di umanità che dal 2000 vive continuativamente al di fuori del nostro pianeta, se pur con alternanza di equipaggio a circa 400 km di quota dalla superficie terrestre. Eppure, quella condizione di microgravità che si sperimenta a bordo della ISS, non sarà perpetua e gli scenari futuri si stanno già delineando. I programmi di esplorazione spaziale parlano chiaro: andremo oltre l’orbita terrestre , sulla Luna, per testare e validare quelle tecnologie che ci consentiranno di spingerci oltre, anche verso il pianeta rosso. Ci spostiamo dunque dall’orbita terrestre a quella lunare, e da qui alla sua superficie, passo che comporterà lo stabilirsi di un insediamento in condizioni differenti da quelli sperimentati attualmente dagli astronauti.

La materia oscura è certamente una delle componenti più misteriose dell'universo. Sebbene sia invisibile e la sua natura sia sconosciuta, costituisce circa il 25% dell'universo , una quantità di gran lunga superiore a quella della materia ordinaria visibile. Non possiamo osservarla direttamente, né sappiamo di cosa sia fatta. L'unico modo per scoprirlo è attraverso i suoi effetti gravitazionali . Per svelarne i segreti, l'Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha lanciato la missione Euclid nel 2023, con l'obiettivo di creare la più grande mappa tridimensionale dell'universo . Tracciando le posizioni di miliardi di galassie e misurando il fenomeno delle lenti gravitazionali, Euclid ci aiuterà a comprendere come la materia oscura sia distribuita nel cosmo e come influisca sull'evoluzione delle galassie.

Vi siete mai chiesti come fanno gli aeroplani a orientarsi nel cielo, specialmente di notte o in condizioni meteorologiche avverse? La risposta è nelle radioassistenze : una rete invisibile, ma essenziale, di segnali radio che guidano i velivoli lungo rotte precise e sicure. Benché oggi la tecnologia satellitare abbia rivoluzionato il settore, questi sistemi terrestri rimangono cruciali per garantire sicurezza, affidabilità e ridondanza, soprattutto in casi estremi o emergenze.

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