Edu-STEM: I bambini digitali sono più intelligenti?

Daniela Giannoccaro • 5 luglio 2023

Sono i nativi digitali: i bambini e i pre-dolescenti nati dopo la fine degli anni ‘90 immersi nel mondo digitale di internet. Secondo le neuroscienze avrebbero sviluppato facoltà intellettive peculiari, un’intelligenza, digitale appunto, essenzialmente pragmatica e spaziale. Quali i vantaggi?


Era la fine degli anni ’90 quando internet sbarcava nelle nostre vite per modificare, forse per sempre e in maniera molto più radicale di quanto non ci aspettassimo, il nostro modo di vedere il mondo, relazionarci agli altri, trovare ed utilizzare informazioni.

Per chi ha vissuto questo passaggio epocale è tempo di bilanci, considerazioni e confronti; per chi, oggi bambino o preadolescente, è nato successivamente internet e i media digitali, una cornice “da sempre” esistita e utilizzata con più immediatezza ma forse con maggior passività.

Sono i nativi digitali, questi internauti “di seconda generazione” più competenti nell’uso pragmatico dei media che nella conoscenza “a monte” del loro funzionamento.


E’ dimostrato che i Nativi Digitali, quasi costantemente iperconnessi, non presentano una correlazione tra il numero di ore di esposizione alla Rete e l’aumento del quoziente intellettivo. Non sono più intelligenti?  Lo sono diversamente.
 
Imparano ciò che nel momento presente è utile e, soprattutto, lo imparano molto più in fretta, creando purtroppo in questo modo alcuni vuoti.
Non si tratta, infatti, più di una crescita intellettiva progressiva, non si sviluppa una cultura basata su esperienze graduali di vita.

 

L'importanza delle nuove tecnologie nelle terapie psichiatriche sono messe in risalto da Ernestina Politi, psichiatra al San Raffaele di Milano, con poche parole efficaci: «Potenziano il cervello". Quindi, cari genitori, mettete in soffitta tutti i pregiudizi. Il rapporto tra bambini e smartphone, tablet, touchscreen, computer è un rapporto da incentivare. Anche se Politi sottolinea: «Sono sempre più usati nella riabilitazione neuronale e sono efficaci, ma se un certo tipo di funzione potenzia una parte del cervello, dobbiamo sempre capire se c'è un depotenziamento di un'altra.... ancora non sappiamo che cambiamenti implicano le nuove tecnologie neurone per neurone. Io penso che abbiano un aspetto fortemente positivo, ovviamente da valutare. Ma prima di tutto c'è da fare un passo indietro».


Facciamolo

 «Un genitore che in qualunque epoca storica utilizzi un qualunque oggetto - che sia uno smartphone o un cavallo di legno - unicamente per tenere occupato il bambino, mentre lui è impegnato in altro, sbaglia funzionalità dell'oggetto stesso. Si tratta di una questione educativa che riguarda la cura del piccolo da parte del grande. Comportarsi così è sempre un'incuria. L'oggetto dovrebbe essere semplicemente un mediatore di un momento ludico da vivere insieme in cui il genitore è parte attiva».


Quindi ci deve sempre essere un grande con lui, che sia genitore o un'altra figura educativa?

 «No. È fondamentale insegnare a un bambino a giocare da solo e a sviluppare delle autonomie. Ciò che è essenziale è che l'adulto, genitore o educatore, sia sempre il mediatore di questo suo sviluppo, non per controllare il bambino ma per aiutarlo a imparare.
Se invece l'oggetto viene utilizzato perché "liberarsi" del bambino, allora il rischio è che quell'oggetto non gli basti mai: ne vorrà ogni giorno uno nuovo per attivare il bisogno di avere continuamente un piccolo piacere, una piccola nuova eccitazione».

 

Che vuole dire che il genitore "deve sapere"...

 «Vuole dire che il genitore deve sapere che ci vuole sempre un tempo e uno spazio per condividere con il piccolo. Ripeto, non vuol dire stare tutto il giorno con il bambino, ma vuol dire trasmettere al piccolo la consapevolezza che c'è un mediatore cognitivo e intellettivo. Senza questa consapevolezza i piccoli rischiano di andare alla deriva e andare alla deriva su internet è sempre più pericoloso».


Il ruolo del genitore è sempre uguale, le nuove tecnologie non cambiano molto il rapporto... c'è qualcosa che è cambiato rispetto al passato?

 «La differenza è che una volta non c'erano abbastanza informazioni perché non c'erano abbastanza media, quindi era indispensabile esplorare e uscire di casa per imparare e per sapere oltre la nostra famiglia. Oggi, al contrario, abbiamo centinaia di migliaia di informazioni che arrivano al nostro cervello e quindi il compito genitoriale è quello di insegnare al bambino a scegliere le informazioni.
I bambini, oltretutto, sono mediamente più empatici e quindi ancora più soggetti dall'emotività che viene dall'esterno: per questo è importante il ruolo dell'adulto. Attenzione, si possono fare errori, anche numerosi, i bambini non si preoccupano se i genitori fanno qualcosa che non va bene, ma devono essere certi di avere una relazione con il proprio genitore».



Condividi

Verità sulle scie chimiche: la scienza ci aiuta a distinguere la realtà dal mito
Autore: Gabriele Dessena 12 giugno 2025
Negli ultimi anni, si sono moltiplicate le voci su presunti complotti legati alle scie lasciate dagli aerei in alta quota . Molti chiamano queste tracce scie chimiche (chemtrails in inglese), ipotizzando che contengano sostanze misteriose o pericolose disperse intenzionalmente. In realtà, dietro a queste linee bianche che solcano il cielo si cela una spiegazione molto più semplice e, soprattutto, scientificamente fondata .
Con l’aumento della congestione orbitale, l’evitamento delle collisioni diventa sempre più complesso
Autore: Giovanni Garofalo 4 giugno 2025
L'Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha pubblicato il "Zero Debris Technical Booklet" il 15 gennaio 2025, un documento fondamentale che delinea le tecnologie necessarie per raggiungere l'obiettivo di Zero Debris entro il 2030. Questo è il risultato di una collaborazione tra ingegneri, operatori, giuristi, scienziati ed esperti di politica, tutti membri della comunità Zero Debris, composta dai firmatari della Zero Debris Charter. (European Space Agency, 2024)
Sfide e record delle sonde di esplorazione spaziali Voyager1 e Voyager 2
Autore: Simone Semeraro 28 maggio 2025
Nessun altro oggetto artificiale ha mai raggiunto la distanza che la sonda Voyager 1 ha percorso dal suo lancio. Quasi 25 miliardi di chilometri percorsi in 48 anni di viaggio . Ad oggi, Voyager 1 e la sua gemella, Voyager 2, sono gli unici costrutti terrestri ad aver oltrepassato l’eliosfera, rispettivamente nel 2012 e nel 2018. Ripercorriamo insieme i momenti salienti ed il fine ultimo della missione Voyager.
Autore: AstroBenny (Benedetta Facini) 20 maggio 2025
SpaceX ha annunciato di aver ottenuto i permessi dalla FAA per effettuare un altro test del sistema razzo-navicella Starship Super Heavy (Starship è la navicella-secondo stadio e il booster è chiamato Super Heavy) Il lancio è previsto per il 26 maggio 2025 alle 1:30 (ora italiana) dallo spazioporto Starbase a Boca Chica, Texas.
Un affascinante viaggio dell'universo in espansione, attraverso scoperte e misteri da risolvere.
Autore: Elisa Goffo 15 maggio 2025
Da 13,8 miliardi di anni, da quando è nato, l'universo è in continua espansione. Questa espansione non è semplicemente un allontanamento delle galassie l'una dall'altra, ma uno stiramento dello spaziotempo stesso, il tessuto quadridimensionale che costituisce il nostro universo.
Nascita dell’Agenzia Spaziale Africana: AfSA
Autore: Liliana Balotti 13 maggio 2025
La nascita dell’Agenzia Spaziale Africana (AfSA) rappresenta un momento storico: non è solo un passo simbolico verso l’esplorazione spaziale. Questo progetto nasce non solo per partecipare alla corsa spaziale globale, ma per utilizzare la tecnologia spaziale al servizio dello sviluppo sostenibile e dell’integrazione africana , è una risposta concreta alle sfide del continente, che cerca nello spazio soluzioni per l’ambiente, l’agricoltura, l’educazione e la gestione delle risorse naturali. Negli ultimi decenni, diversi Paesi africani hanno avviato programmi spaziali propri: la Nigeria con l’agenzia National Space Research and Development Agency (NASDRA), ha costruito e lanciato satelliti per l’osservazione della Terra. Il Sudafrica è diventato un punto di riferimento nella radioastronomia. L’Egitto ha realizzato i suoi primi satelliti scientifici e nel nel 1998 ha lanciato il primo satellite africano. Da allora, 18 paesi africani hanno lanciato altri 63 satelliti e molte nazioni africane hanno implementato i propri programmi spaziali a beneficio della propria popolazione. E l’’Algeria con l’Agence Spatiale Algerienne (ASAL).
La fasi del ciclo solare: dal minimo solare al declino
Autore: Andrea Vanoni 8 maggio 2025
I cicli solari sono un fenomeno naturale che descrive le variazioni dell’attività del Sole nel tempo, influenzando non solo il nostro sistema solare, ma anche il clima terrestre e le tecnologie che utilizziamo quotidianamente. I cicli solari sono periodi di attività solare caratterizzati da variazioni nel numero di macchie solari e nelle emissioni di radiazione . Questi cicli seguono un andamento che si ripete approssimativamente ogni 11 anni, anche se la durata può variare. Sono prodotti da dinamiche interne al Sole, in particolare dai movimenti del plasma e dai campi magnetici. Le fasi del ciclo solare Un ciclo solare passa attraverso diverse fasi: 1. Minimo Solare : Durante questa fase, il numero di macchie solari è ridotto. L' attività solare è al suo livello più basso e si possono osservare meno esplosioni di energia e di radiazione.
Minimum Equipment List (MEL) e la Configuration Deviation List (CDL) per volare sicuri
Autore: Gabriele Dessena 8 maggio 2025
Nell'immaginario collettivo, un aereo pronto al decollo deve essere perfettamente integro e funzionante in ogni sua parte. Tuttavia, la realtà operativa dell'aviazione civile è più flessibile, grazie a strumenti normativi come la Minimum Equipment List (MEL) e la Configuration Deviation List (CDL) . Questi documenti permettono, in determinate condizioni, di operare voli anche quando alcuni componenti non sono funzionanti o risultano mancanti, garantendo comunque la sicurezza del volo.
Coppia di sonde verso Marte per la NASA con la missione chiamata ESCAPADE
Autore: AstroBenny (Benedetta Facini) 7 maggio 2025
La NASA si prepara a inviare una coppia di sonde verso Marte con una missione chiamata ESCAPADE (Escape and Plasma Acceleration and Dynamics Explorers). L’obiettivo è di studiare come l’ atmosfera del Pianeta Rosso sia stata progressivamente dispersa nello spazio, fornendo indizi cruciali sulla trasformazione di Marte da mondo potenzialmente abitabile a pianeta arido. La missione ESCAPADE utilizzerà due sonde identiche sviluppate da Rocket Lab , soprannominate Blue e Gold , che orbiteranno attorno a Marte in formazione; raccoglieranno dati in simultanea ma da diversi punti della magnetosfera marziana.
Rubrica Edu-STEM:  Gamification e STEM - imparare giocando
Autore: Daniela Giannoccaro 5 maggio 2025
Negli ultimi anni, la gamification — l'applicazione di meccaniche di gioco in contesti non ludici, come l'istruzione — sta guadagnando sempre più terreno nel mondo della didattica, in particolare nell'insegnamento delle discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica). In un'epoca in cui l'attenzione degli studenti è spesso frammentata e la competizione con le distrazioni digitali è serrata, introdurre dinamiche di gioco nei percorsi educativi rappresenta una strategia efficace per coinvolgere, motivare e far apprendere in modo più profondo.  Quando il gioco diventa un motore per la curiosità scientifica Elementi come sfide, livelli da superare, premi virtuali, classifiche e badge non sono semplici decorazioni, ma strumenti potenti per rendere l'apprendimento più attivo e partecipativo. La matematica, la scienza, la programmazione e l’ingegneria, materie che spesso risultano astratte o complesse, diventano più accessibili e stimolanti quando proposte sotto forma di gioco. Questo approccio consente agli studenti di apprendere in modo naturale e intuitivo, attraverso l'esperienza diretta, la sperimentazione e il problem solving .
Show More