Copernicus: Le future Sentinelle

Tiziana Cardone • 23 giugno 2023

Nel nostro primo blog dedicato al programma Copernicus, il maggiore fornitore di dati di osservazione della Terra al mondo. Abbiamo spiegato che l'UE è al comando di questo programma di monitoraggio ambientale e l'ESA sviluppa, costruisce e lancia i satelliti dedicati.

Oggi continuiamo parlando delle future sentinelle, ovvero di addizionali 6 missioni di Sentinelle al momento in fase di disegno, sviluppo e qualificazione. Le future sentinelle saranno lanciate a partire dal 2028 e imbarcheranno nuove tecnologie di rilevamento ancora non presenti nelle sentinelle attuali per espandere, in questo modo, i servizi offerti dal programma Copernicus.


CHIME: Copernicus Hyperspectral Imaging Mission

La missione CHIME prevede 2 satelliti gemelli che disporranno ciascuno di uno spettrometro unico che rileva lo spettro dal visibile all’infrarosso a onde corte. Questo strumento iperspettrale è ancora poco noto ma ha grandissime potenzialità perché permette di associare all’immagine ottica tradizionale una sorta di rilievo formato da tanti strati corrispondenti alle varie frequenze della luce riflessa. Inoltre ci informa anche sulla composizione chimico-fisica di quello che osserviamo. La tecnologia iperspettrale è infatti in grado di riconoscere le sostanze contenute nella scena inquadrata: per esempio non osserva solo una nube sopra una determinata area interessata da un incendio, ci dice anche se al suo interno ci sono gas tossici, e quali sono.

Le osservazioni di CHIME offriranno nuovi e migliori servizi per la sicurezza alimentare, la gestione dell’agricoltura e della biodiversità, così come la caratterizzazione delle proprietà del suolo, le pratiche minerarie sostenibili e la salvaguardia dell’ambiente. La missione, il cui raggio istantaneo è di 128 km, completerà Copernicus Sentinel-2 con applicazioni come la mappatura della copertura del suolo.


CIMR: Copernicus Imaging Microwave Radiometer

La missione CIMR consiste in 3 satelliti identici con a bordo un radiometro a microonde. CIMR misurera’ temperature e salinità della superficie dei mari e la concentrazione del ghiaccio marino. Probabilmente è la missione più impegnativa dal punto di vista tecnico e tecnologico, perché ha a bordo uno strumento radiometrico multi-banda di nuova generazione e un riflettore che una volta dispiegato ha un diametro di oltre 7 metri sostenuto da un lungo braccio meccanico.

L’attenzione ai ghiacci è tema estremamente importante, sia dal punto di vista dell’ecosistema che dal punto di vista commerciale perché l’assottigliamento dei ghiacci può portare all’apertura di nuove rotte commerciali.


LSTM: Copernicus Land Surface Temperature Monitoring

La missione LSTM prevede 2 satelliti dotati di un sensore termico a infrarossi per lo studio della temperatura della superficie terrestre. La missione rappresenta la risposta ai bisogni della comunita’ agricola e i suoi dati verranno utilizzati per migliorare la sostenibilita’e la produttivita’ delle aziende agricole. LSTM sara’ in grado di dare informazioni precise su quando e quanto innaffiare i campi, quando iniziare il raccolto etc. Le misure della temperatura terrestre sono fondamentali per capire come cambia il clima, come gestire le risorse acquifere, predire periodi di siccità e anticipare catastrofi naturali come eruzioni vulcaniche e inondazioni.

CO2M: Copernicus Anthropogenic Carbon Dioxide Monitoring

Copernicus CO2M misurerà le emissioni antropiche dallo spazio. La nuova missione satellitare misurerà l'anidride carbonica atmosferica prodotta dall'attività umana mappando l'emissione dei gas serra dallo spazio. Con la quantità di anidride carbonica nell'atmosfera terrestre che sta raggiungendo livelli che l'uomo potrebbe non aver mai sperimentato prima, la necessità di monitorare la sorgente delle emissioni è più urgente che mai. Nonostante le misurazioni a terra abbiano reso possibile tracciare generali cambiamenti nel contenuto di anidride carbonica nell'atmosfera, non è possibile fare affermazioni affidabili sulle emissioni antropogeniche provenienti dai singoli Paesi o addirittura da singole regioni o città. Le misurazioni basate sui dati dallo spazio permetteranno di avere anche dati comparabili a livello globale.


CRISTAL: Copernicus Polar Ice and Snow Topography Altimeter

La missione CRISTAL prevede 2 satelliti identici con a bordo un radar altimetro interferometrico IRIS (Interferometric Radar Altimeter for Ice and Snow). Il satellite CRISTAL trasporterà, per la prima volta, un radar altimetro a doppia frequenza nelle bande Ku/Ka per misurare e monitorare lo spessore del ghiaccio marino e lo spessore della neve che lo ricopre. La misurazione dello spessore del ghiaccio marino sarà di supporto alle operazioni marittime e sarà di aiuto nella pianificazione delle attività nelle regioni polari. Inoltre, IRIS misurerà e monitorerà la variazione dell’altezza delle calotte di ghiaccio e dei ghiacciai nel mondo, grazie alla possibilità di operare nella modalità radar interferometrico.


IRIS migliorerà in modo significativo l’accuratezza della misurazione fornita dal suo predecessore SIRAL-2 (un altimetro in sola banda Ku, attualmente a bordo della missione CryoSat 2 dell’ESA) grazie al funzionamento a doppia frequenza e aggiungendo la misurazione dell’altezza della superficie marina tra gli obiettivi della missione. La missione CRISTAL, che ha una portata mondiale, è essenziale per comprendere meglio e per monitorare il clima terrestre in un contesto di rapido cambiamento climatico.


ROSE-L: Copernicus L-band Synthetic Aperture Radar Come specificato nel suo acronimo Radar Observing System for Europe in L band, ROSE-L è un radar che sfrutta una speciale tecnica in banda L, cioè analizza la superficie terrestre utilizzando una specifica porzione (banda) di onde radio particolarmente efficaci per lo studio dei cambiamenti climatici. E in particolare per lo stato di salute dei ghiacci, perché queste frequenze permettono di identificare anche la presenza di fratture e rotture in atto ma invisibili in superficie. A rendere possibile tutto questo è la sua antenna, una grande barra di 11 metri capace di osservare il territorio con strisciate larghe 260 chilometri e una risoluzione che arriva fino a 50 metri. Quando entrambi i satelliti ROSE-L saranno operativi potranno riprendere ogni punto della Terra con una frequenza media di circa sei giorni. ROSE-L sarà complementare a Sentinel-1, altra missione radar ma che osserva in un’altra banda dello spettro elettromagnetico, la cosiddetta banda C.


Credit Images: ESA


Condividi

Autore: Elisa Goffo 28 ottobre 2025
I pianeti che conosciamo nella nostra galassia sono più di 6000, ma sappiamo ancora molto poco su come si formino. Il modo migliore per studiare i loro processi di formazione è osservare i sistemi planetari “appena nati”. Il sistema planetario PDS 70 , situato a circa 370 anni luce da noi , è il miglior esempio che abbiamo scoperto finora ed anche il più studiato. é infatti il primo sistema conosciuto in cui gli astronomi hanno potuto assistere direttamente alla nascita di pianeti extrasolari. PDS 70 è una stella giovane, di circa 5 milioni di anni, che si trova ancora nella sua “infanzia”, se confrontata con i 4,6 miliardi di anni del nostro Sole. Per questo, e per molti altri motivi, è uno dei luoghi più studiati del cielo, dove possiamo osservare direttamente pianeti in formazione.
Autore: Andrea Vanoni 9 ottobre 2025
Un tempo riservata agli osservatori professionali e alle agenzie spaziali, l’osservazione e la ripresa di corpi celesti come la Luna, i pianeti e persino il Sole è oggi alla portata di molti grazie ai progressi della tecnologia e alla crescente accessibilità di strumenti astronomici amatoriali. Sempre più appassionati di astronomia si cimentano nella fotografia planetaria e solare, ottenendo risultati sorprendenti e contribuendo, talvolta, anche alla ricerca scientifica. Negli ultimi anni, il mercato ha visto un’impennata nella qualità e nella disponibilità di telescopi, camere planetarie, filtri solari e software di elaborazione immagini pensati per gli astrofili. Strumenti come: • Telescopi a lunga focale , ideali per l’osservazione planetaria • Camere CMOS ad alta sensibilità e frame rate elevato • Software di stacking e post-processing (come AutoStakkert!, RegiStax e AstroSurface) hanno rivoluzionato le possibilità di chi osserva il cielo da casa, permettendo di ottenere dettagli sorprendenti di Giove, Saturno, Marte, delle fasi lunari e persino delle macchie solari.
Autore: Liliana Balotti 2 ottobre 2025
La NASA ha ufficialmente annunciato la selezione di 10 nuovi astronauti per la classe del 2025 , scelti tra oltre 8.000 candidati provenienti da tutti gli Stati Uniti. Dopo un lungo e rigoroso processo di valutazione che ha incluso test fisici, psicologici, tecnici e colloqui altamente selettivi, sono emersi sei donne e quattro uomini che rappresentano l'élite scientifica, tecnica e operativa del Paese. Il nuovo gruppo inizierà ora un intenso programma di addestramento di due anni presso il Johnson Space Center di Houston , sede storica del corpo astronauti. Durante questo periodo, saranno formati su una vasta gamma di competenze: camminate spaziali (EVA), operazioni robotiche, ingegneria di sistemi spaziali, lingua russa (necessaria per lavorare con i colleghi a bordo della ISS), sopravvivenza in ambienti ostili e operazioni mediche d’emergenza. Solo al termine di questo addestramento otterranno la qualifica ufficiale di astronauta. La classe del 2025 potrà essere assegnata a diverse missioni, tra cui spedizioni a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) , missioni commerciali con partner privati come SpaceX e Axiom , o, per alcuni di loro, ruoli chiave nelle prossime fasi del programma Artemis , che punta a riportare l’uomo — e per la prima volta una donna — sulla superficie lunare nel corso di questo decennio. Obiettivo finale: creare una presenza umana sostenibile sulla Luna e, successivamente, pianificare le prime missioni con equipaggio verso Marte . Con questa nuova selezione, il numero totale di astronauti scelti dalla NASA dalla nascita del corpo astronauti — risalente al 1959 con il primo gruppo delle missioni Mercury — sale a 370 persone . Si tratta di un traguardo simbolico, che riflette non solo la continuità della grande tradizione spaziale americana, ma anche la sua trasformazione: dagli anni pionieristici della corsa allo spazio, passando per le missioni Apollo, lo Space Shuttle e la ISS, fino all’attuale era di collaborazione tra agenzie spaziali e aziende private. La classe 2025 si distingue per la sua notevole diversità professionale . Tra i nuovi astronauti figurano piloti militari collaudatori , ingegneri aerospaziali , medici , scienziati planetari , esperti di missioni spaziali commerciali e persino una ex atleta della nazionale statunitense di rugby. Alcuni hanno già avuto un assaggio dello spazio, come Anna Menon , che ha volato nel 2024 nella missione privata Polaris Dawn , mentre altri hanno alle spalle centinaia di ore di volo in teatri operativi o hanno partecipato a missioni scientifiche in ambienti estremi sulla Terra, come l’Antartide o zone vulcaniche. Il loro background riflette il nuovo volto dell’esplorazione spaziale americana: multidisciplinare, collaborativo, altamente tecnico e sempre più orientato verso l’esplorazione umana del Sistema Solare . Questi dieci astronauti non saranno solo esploratori: saranno scienziati, ingegneri, comunicatori, ambasciatori della Terra nello spazio. Con l’ambizione di riportare esseri umani sulla Luna dopo oltre 50 anni, e con la prospettiva di spingersi oltre, la NASA sta costruendo oggi la squadra che domani potrebbe rappresentare l’umanità su altri mondi.
Autore: AstroBenny (Benedetta Facini) 30 settembre 2025
Sierra Space ha annunciato che il volo inaugurale del suo spazioplano Dream Chaser non includerà più una manovra di attracco con la Stazione Spaziale Internazionale (ISS), ma sarà limitato a una missione dimostrativa in orbita. Il cambiamento deriva da una revisione del contratto Commercial Resupply Services-2 (CRS-2) che in origine prevedeva un minimo di sette missioni di rifornimento all’ISS con Dream Chaser e il modulo cargo Shooting Star.
Autore: Simone Semeraro 25 settembre 2025
Da quando Sputnik raggiunse l’orbita terrestre, lo spazio si è via via riempito di satelliti. Non tutti hanno il privilegio di ritornare sulla Terra. Molti di essi, o meglio, molte parti di essi, sono destinati a vagare nello spazio per decenni. Questi oggetti di modeste dimensioni sono come dei proiettili, pronti a danneggiare qualunque oggetto si trovi sulle loro traiettorie. Due eventi storici hanno aumentato in maniera significativa il numero dei detriti spaziali : il test missilistico cinese del 2007 e lo scontro tra Iridium 33 e Kosmos 2251.
Autore: AstroBenny (Bendetta Facini) 16 settembre 2025
L’agenzia spaziale russa Roscosmos ha annunciato l’equipaggio e la data di lancio della missione Soyuz MS-28. La missione, della durata di circa otto mesi, è prevista per il 27 novembre e raggiungerà la Stazione Spaziale Internazionale dove verrà effettuato uno scambio di equipaggio con la missione precedente. Il lancio avverrà dal Cosmodromo di Baikonur in Kazakistan a bordo di una navicella Soyuz. L’equipaggio
Mentre la stagione più calda e soggetta agli incendi boschivi volge al termine,
Autore: Gabriele Dessena 9 settembre 2025
Mentre la stagione più calda e soggetta agli incendi boschivi volge al termine, è interessante osservare come l’Italia affronti questa emergenza dall’alto, affidandosi a una flotta specializzata di velivoli ed elicotteri
A settembre la ISS verrà raggiunta da due missioni cargo di rifornimenti
Autore: AstroBenny (Benedetta Facini) 2 settembre 2025
A settembre la Stazione Spaziale Internazionale verrà raggiunta da due missioni cargo di rifornimento. La prima missione chiamata Progress MS-32 verrà lanciata da Roscosmos, l’agenzia spaziale russa, mentre la seconda missione chiamata CRS NG-23 , verrà gestita da Northrop Grumman. Progress MS-32 Il lancio della missione Progress MS-32 avverrà con un razzo Soyuz di Roscosmos dal cosmodromo di Baikonur in Kazakistan.
Autore: Elisa Goffo 28 agosto 2025
Un gruppo di ricercatori potrebbe aver individuato per la prima volta un buco nero supermassiccio subito dopo la sua formazione. Il buco nero si trova al centro di una struttura chiamata “ Infinity ”, nata dalla fusione di due galassie . La scoperta potrebbe offrire un nuovo spunto per comprendere come i buchi neri massicci si siano originati nell'universo primordiale.
Fin dagli albori dell’attività spaziale, i detriti derivanti da satelliti, razzi e altri oggetti in
Autore: Giovanni Garofalo 26 agosto 2025
Fin dagli albori dell’attività spaziale, i detriti derivanti da satelliti, razzi e altri oggetti in orbita hanno rappresentato un rischio potenziale durante il loro rientro nell’atmosfera terrestre.
Show More