SpaceX crew-7

AstroBenny (Benedetta Facini) • 8 agosto 2023

Rotazione equipaggio

SpaceX crew-7 è la settima missione di rotazione di equipaggio della Stazione Spaziale Internazionale della NASA.

Il lancio è previsto non prima del 25 agosto alle 9:50 ora italiana a bordo di una navicella Crew Dragon di SpaceX.

Dopo l’arrivo alla Stazione Spaziale Internazionale, l’equipaggio si unirà ai membri della Expedition 69 e, a settembre, passeranno alla Expedition 70.

Dopo circa una settimana dall’arrivo dei colleghi, gli astronauti della missione Crew-6 (gli astronauti Stephen Bowen, Woody Hoburg, Sultan Alneyadi degli Emirati Arabi Uniti e il cosmonauta Roscosmos Andrey Fedyaev) lasceranno la stazione spaziale e atterreranno al largo della costa della Florida.

L'equipaggio

Comandante: Jasmin Moghbeli.

Jasmin Moghbeli è stata selezionata della NASA nel 2017.

Possiede una laurea in ingegneria aerospaziale ed informatica conseguita presso il Massachusetts Institute of Technology di Cambridge e un master in scienze aerospaziali; inoltre è una pilota collaudatrice di elicotteri del Corpo dei Marines con più di 150 missioni e 2000 ore di volo su oltre 25 velivoli diversi.


Pilota: Andreas Mogensen.

Andreas Mogensen è stato selezionato come astronauta dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) nel 2009 ed è diventato il primo cittadino danese nello spazio dopo essere stato lanciato a bordo di una navetta Soyuz per una missione di 10 giorni verso la Stazione Spaziale Internazionale nel 2015.

Possiede una laurea specialistica in Ingegneria Aeronautica conseguita a Londra e ha un dottorato di ricerca in ingegneria aerospaziale presso l'Università del Texas.

Dal 2016 al 2022, ha lavorato al Johnson Space Center della NASA come CAPCOM per gli astronauti a bordo della stazione e come supporto a terra per le passeggiate nello spazio, trasmettendo compiti e indicazioni ai colleghi in orbita.

In qualità di pilota della missione, sarà responsabile dei sistemi del veicolo spaziale e delle sue prestazioni fino all’arrivo alla Stazione Spaziale.

Specialista di missione 1: Satoshi Furukawa.

Satoshi Furukawa è stato selezionato come astronauta dall’agenzia spaziale giapponese (JAXA) nel 1999.

Furukawa è un medico e ha conseguito la laurea in medicina presso l'Università di Tokyo e successivamente un dottorato in scienze mediche presso la stessa università.

SpaceX crew-7 è il suo secondo viaggio nello spazio; la sua prima missione di 165 giorni è stata la Expedition 28/29 lanciata a bordo della navicella Soyuz TMA-02M nel 2011.


Specialista di missione 2. Konstantin Borisov.

Konstantin Borisov fa parte dell’equipaggio grazie al programma di voli incrociati Soyuz-Dragon volto a mantenere almeno un astronauta della NASA e un cosmonauta Roscosmos in ciascuna delle missioni di rotazione dell'equipaggio.

Questo sistema serve a garantire la presenza di un rappresentante americano ed uno russo sulla ISS nel caso i cui una delle due navicelle sia bloccata a terra.

È entrato nel corpo dei cosmonauti Roscosmos come candidato cosmonauta collaudatore nel 2018 e servirà come ingegnere di volo durante Expedition 69/70.

Questa è la prima missione per Borisov, il quale servirà nel ruolo di specialista di missione, lavorando per monitorare il veicolo spaziale durante il lancio dinamico e le fasi del volo.

Punti chiave della missione

Oltre agli esperimenti scientifici i membri della Crew-7 assisteranno all'arrivo della SpaceX Dragon di rifornimento e della navicella cargo Roscosmos Progress.

Accoglieranno gli astronauti del Boeing Crew Flight Test previsto per il 2024, e l'equipaggio della Axiom Mission-3 e supervisioneranno il primo volo del Dream Chaser (cargo) di Sierra Space.

Assisteranno all’arrivo della navicella spaziale Soyuz con tre nuovi membri dell'equipaggio prevista settembre e la partenza della Soyuz che trasporta l'astronauta della NASA Frank Rubio e i cosmonauti Roscosmos Sergey Prokopyev e Dmitri Petelin.


Credits astronauts images: NASA

Condividi

Autore: Elisa Goffo 28 ottobre 2025
I pianeti che conosciamo nella nostra galassia sono più di 6000, ma sappiamo ancora molto poco su come si formino. Il modo migliore per studiare i loro processi di formazione è osservare i sistemi planetari “appena nati”. Il sistema planetario PDS 70 , situato a circa 370 anni luce da noi , è il miglior esempio che abbiamo scoperto finora ed anche il più studiato. é infatti il primo sistema conosciuto in cui gli astronomi hanno potuto assistere direttamente alla nascita di pianeti extrasolari. PDS 70 è una stella giovane, di circa 5 milioni di anni, che si trova ancora nella sua “infanzia”, se confrontata con i 4,6 miliardi di anni del nostro Sole. Per questo, e per molti altri motivi, è uno dei luoghi più studiati del cielo, dove possiamo osservare direttamente pianeti in formazione.
Autore: Andrea Vanoni 9 ottobre 2025
Un tempo riservata agli osservatori professionali e alle agenzie spaziali, l’osservazione e la ripresa di corpi celesti come la Luna, i pianeti e persino il Sole è oggi alla portata di molti grazie ai progressi della tecnologia e alla crescente accessibilità di strumenti astronomici amatoriali. Sempre più appassionati di astronomia si cimentano nella fotografia planetaria e solare, ottenendo risultati sorprendenti e contribuendo, talvolta, anche alla ricerca scientifica. Negli ultimi anni, il mercato ha visto un’impennata nella qualità e nella disponibilità di telescopi, camere planetarie, filtri solari e software di elaborazione immagini pensati per gli astrofili. Strumenti come: • Telescopi a lunga focale , ideali per l’osservazione planetaria • Camere CMOS ad alta sensibilità e frame rate elevato • Software di stacking e post-processing (come AutoStakkert!, RegiStax e AstroSurface) hanno rivoluzionato le possibilità di chi osserva il cielo da casa, permettendo di ottenere dettagli sorprendenti di Giove, Saturno, Marte, delle fasi lunari e persino delle macchie solari.
Autore: Liliana Balotti 2 ottobre 2025
La NASA ha ufficialmente annunciato la selezione di 10 nuovi astronauti per la classe del 2025 , scelti tra oltre 8.000 candidati provenienti da tutti gli Stati Uniti. Dopo un lungo e rigoroso processo di valutazione che ha incluso test fisici, psicologici, tecnici e colloqui altamente selettivi, sono emersi sei donne e quattro uomini che rappresentano l'élite scientifica, tecnica e operativa del Paese. Il nuovo gruppo inizierà ora un intenso programma di addestramento di due anni presso il Johnson Space Center di Houston , sede storica del corpo astronauti. Durante questo periodo, saranno formati su una vasta gamma di competenze: camminate spaziali (EVA), operazioni robotiche, ingegneria di sistemi spaziali, lingua russa (necessaria per lavorare con i colleghi a bordo della ISS), sopravvivenza in ambienti ostili e operazioni mediche d’emergenza. Solo al termine di questo addestramento otterranno la qualifica ufficiale di astronauta. La classe del 2025 potrà essere assegnata a diverse missioni, tra cui spedizioni a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) , missioni commerciali con partner privati come SpaceX e Axiom , o, per alcuni di loro, ruoli chiave nelle prossime fasi del programma Artemis , che punta a riportare l’uomo — e per la prima volta una donna — sulla superficie lunare nel corso di questo decennio. Obiettivo finale: creare una presenza umana sostenibile sulla Luna e, successivamente, pianificare le prime missioni con equipaggio verso Marte . Con questa nuova selezione, il numero totale di astronauti scelti dalla NASA dalla nascita del corpo astronauti — risalente al 1959 con il primo gruppo delle missioni Mercury — sale a 370 persone . Si tratta di un traguardo simbolico, che riflette non solo la continuità della grande tradizione spaziale americana, ma anche la sua trasformazione: dagli anni pionieristici della corsa allo spazio, passando per le missioni Apollo, lo Space Shuttle e la ISS, fino all’attuale era di collaborazione tra agenzie spaziali e aziende private. La classe 2025 si distingue per la sua notevole diversità professionale . Tra i nuovi astronauti figurano piloti militari collaudatori , ingegneri aerospaziali , medici , scienziati planetari , esperti di missioni spaziali commerciali e persino una ex atleta della nazionale statunitense di rugby. Alcuni hanno già avuto un assaggio dello spazio, come Anna Menon , che ha volato nel 2024 nella missione privata Polaris Dawn , mentre altri hanno alle spalle centinaia di ore di volo in teatri operativi o hanno partecipato a missioni scientifiche in ambienti estremi sulla Terra, come l’Antartide o zone vulcaniche. Il loro background riflette il nuovo volto dell’esplorazione spaziale americana: multidisciplinare, collaborativo, altamente tecnico e sempre più orientato verso l’esplorazione umana del Sistema Solare . Questi dieci astronauti non saranno solo esploratori: saranno scienziati, ingegneri, comunicatori, ambasciatori della Terra nello spazio. Con l’ambizione di riportare esseri umani sulla Luna dopo oltre 50 anni, e con la prospettiva di spingersi oltre, la NASA sta costruendo oggi la squadra che domani potrebbe rappresentare l’umanità su altri mondi.
Autore: AstroBenny (Benedetta Facini) 30 settembre 2025
Sierra Space ha annunciato che il volo inaugurale del suo spazioplano Dream Chaser non includerà più una manovra di attracco con la Stazione Spaziale Internazionale (ISS), ma sarà limitato a una missione dimostrativa in orbita. Il cambiamento deriva da una revisione del contratto Commercial Resupply Services-2 (CRS-2) che in origine prevedeva un minimo di sette missioni di rifornimento all’ISS con Dream Chaser e il modulo cargo Shooting Star.
Autore: Simone Semeraro 25 settembre 2025
Da quando Sputnik raggiunse l’orbita terrestre, lo spazio si è via via riempito di satelliti. Non tutti hanno il privilegio di ritornare sulla Terra. Molti di essi, o meglio, molte parti di essi, sono destinati a vagare nello spazio per decenni. Questi oggetti di modeste dimensioni sono come dei proiettili, pronti a danneggiare qualunque oggetto si trovi sulle loro traiettorie. Due eventi storici hanno aumentato in maniera significativa il numero dei detriti spaziali : il test missilistico cinese del 2007 e lo scontro tra Iridium 33 e Kosmos 2251.
Autore: AstroBenny (Bendetta Facini) 16 settembre 2025
L’agenzia spaziale russa Roscosmos ha annunciato l’equipaggio e la data di lancio della missione Soyuz MS-28. La missione, della durata di circa otto mesi, è prevista per il 27 novembre e raggiungerà la Stazione Spaziale Internazionale dove verrà effettuato uno scambio di equipaggio con la missione precedente. Il lancio avverrà dal Cosmodromo di Baikonur in Kazakistan a bordo di una navicella Soyuz. L’equipaggio
Mentre la stagione più calda e soggetta agli incendi boschivi volge al termine,
Autore: Gabriele Dessena 9 settembre 2025
Mentre la stagione più calda e soggetta agli incendi boschivi volge al termine, è interessante osservare come l’Italia affronti questa emergenza dall’alto, affidandosi a una flotta specializzata di velivoli ed elicotteri
A settembre la ISS verrà raggiunta da due missioni cargo di rifornimenti
Autore: AstroBenny (Benedetta Facini) 2 settembre 2025
A settembre la Stazione Spaziale Internazionale verrà raggiunta da due missioni cargo di rifornimento. La prima missione chiamata Progress MS-32 verrà lanciata da Roscosmos, l’agenzia spaziale russa, mentre la seconda missione chiamata CRS NG-23 , verrà gestita da Northrop Grumman. Progress MS-32 Il lancio della missione Progress MS-32 avverrà con un razzo Soyuz di Roscosmos dal cosmodromo di Baikonur in Kazakistan.
Autore: Elisa Goffo 28 agosto 2025
Un gruppo di ricercatori potrebbe aver individuato per la prima volta un buco nero supermassiccio subito dopo la sua formazione. Il buco nero si trova al centro di una struttura chiamata “ Infinity ”, nata dalla fusione di due galassie . La scoperta potrebbe offrire un nuovo spunto per comprendere come i buchi neri massicci si siano originati nell'universo primordiale.
Fin dagli albori dell’attività spaziale, i detriti derivanti da satelliti, razzi e altri oggetti in
Autore: Giovanni Garofalo 26 agosto 2025
Fin dagli albori dell’attività spaziale, i detriti derivanti da satelliti, razzi e altri oggetti in orbita hanno rappresentato un rischio potenziale durante il loro rientro nell’atmosfera terrestre.
Show More